Se la maggioranza PDCS RETE NPR e Motus Liberi intendeva raggiungere un livello di eccellenza nella pratica del cerchiobottismo politico ci è riuscita con il comunicato stampa sulla chiusura della Scuola Elementare di Città.
Salvo il Segretario di Stato per l’Istruzione, in vista del dibattito consiliare sul tema scuola.
Messaggio di forza verso l’Istituto Musicale Sammarinese: avrete la vostra sede nella scuola di Città.
Salve le apparenze con la Giunta di Castello di San Marino che nel 2019, appena si sentì parlare di difficoltà numeriche ad avviare una classe nel plesso elementare di Murata, salì in via preventiva sulle barricate al messaggio la capitale sarà svuotata.
Un esercizio di cerchiobottismo politico che evita però di andare all’origine del problema e prende in giro ancora una volta tutti, come fecero peraltro nel 2018 alcuni esponenti DC, RETE e NPR, i quali, mentre nessuna decisione era stata presa dal Governo di allora, ma si era solo avviata una seria riflessione circa l’impatto della denatalità sul sistema scolastico, misero nel mirino l’allora Segretario Podeschi, oggetto degli strali più svariati, solo per avere previsto un calcolo numerico diverso di insegnati nelle scuole elementari con un ridotto numero di studenti.
Ora si va decisamente oltre. Belluzzi chiude la Scuola Elementare, quella del Castello capitale, senza uno straccio di confronto, scoprendo da qualche settimana che sono diminuite le nascite e che l’Istituto Musicale per la terza legislatura di seguito non ha una sede definitiva e unica nel silenzio generale.
Anzi chi aveva condotto la battaglia per la prima classe nella scuola di Murata nel 2019, regolarmente aperta nonostante non avesse i numeri minimi previsti per legge, è sparito e marcia compatto verso la chiusura della Scuola Elementare di Città.
Sarà l’unica ad essere chiusa? La domanda è lecita, scorrendo i dati delle nascite di questi anni. Belluzzi ci farà qualche altra sorpresa il prossimo anno? Le cattive notizie si sa è meglio darle un poco alla volta.
Repubblica Futura come ha già fatto nell’o.d.g. presentato nell’ultima sessione consiliare, torna a chiedere chiarezza verso le famiglie di Città, l’Istituto Musicale e l’intera collettività, visto che la Scuola è pubblica e la trasparenza sui reali numeri degli iscritti alla classe prima elementare nel castello di San Marino per l’anno scolastico 2021–2022 non dovrebbero certo essere un segreto.
Repubblica Futura è molto amareggiata che la questione fondamentale della organizzazione scolastica sia stata ridotta, anche dal Governo, ad una contrapposizione tra due agenzie formative importantissime, che, chiunque voglia gestire la cosa pubblica con un minimo di buon senso, non può neppure pensare di mettere in concorrenza o, peggio, in lotta: la Scuola e l’Istituto Musicale.
Proprio riconoscendo il grande merito che questo prezioso istituto della formazione e della cultura musicale ha avuto nel tempo e continua ad avere, e riconoscendo le gravi mancanze che purtroppo da anni ha dovuto subire, RF chiede al Governo se ha un piano vero per l’Istituto Musicale, se intende garantirne le necessarie risorse finanziarie, l’inquadramento nel sistema scolastico, con i conseguenti adeguamenti retributivi, se intenda infine davvero dotarlo di una sede unica e definitiva, comprensiva di servizi adeguati, magari auditorium, spazi e strumentazioni consone a questa importante realtà.
Repubblica Futura infine si chiede se c’è un progetto per l’edilizia scolastica a San Marino. Messo nel cassetto il progetto di polo scolastico elaborato in 3 anni di lavori con due diverse gestioni politiche, cosa si intende fare con la Scuola Secondaria Superiore? I soldi reperiti con l’emissione obbligazionaria estera saranno destinati solamente a ripianare voragini bancarie o anche all’edilizia scolastica?
Sono semplici domande che RF fa pubblicamente e che meriterebbero un approfondimento e un confronto difficilmente ottenibile con un comma in Consiglio Grande e Generale in cui, a quanto pare, la maggioranza vorrebbe semplicisticamente ratificare la scelta di chiudere la Scuola Elementare di Città, senza, per di più rispondere alle reali esigenze dell’Istituto Musicale.