Ancora oggi non è dato sapere come procede il riassetto della Cassa di Risparmio, a parte le vaghe e sporadiche notizie di stampa: non è noto il piano industriale, non è noto come Carisp pensi di produrre reddito (oltre all’utilizzazione dei soldi che le girerà lo Stato dopo essersi indebitato), non è noto come ridurrà i suoi costi, non è noto se e in che tempi si intenda rimettere Carisp sul mercato ricercando investitori privati che la rilevino, non si sa nulla di nulla a parte le trionfali dichiarazioni dell’AD Vento (che questo Paese ricorda, ad oggi, solo per essersi adoperato, dopo poco più di un mese dal suo insediamento, a far decadere le denunce di Carisp contro il Segretario Ciavatta, che lo aveva – guarda caso – nominato proprio in Carisp…).
Sappiamo che una parte consistente dell’indebitamento che lo Stato ha posto recentemente in essere sarà destinata a Cassa di Risparmio: ben 93,9 milioni di euro, che andranno a rimpolpare la liquidità della banca aumentando gli oneri a carico dello Stato stesso. Non sappiamo se la Segreteria di Stato abbia effettuato una qualche analisi costi-benefici sull’utilizzo dei soldi del debito per foraggiare Carisp piuttosto che per altri utilizzi: ricordiamo che il debito costa allo Stato il 3,25% di interessi all’anno mentre il titolo di Carisp che lo Stato andrà a rimborsare costava tre volte di meno.
Inoltre, si susseguono voci sempre più insistenti su possibili fusioni fra le banche di proprietà dello Stato (Carisp e Bns) che coinvolgerebbero anche Banca di San Marino, e su interventi – più o meno incisivi – del Governo per far sì che, magari attraverso le banche di proprietà dello Stato, si possano trovare risorse per risarcire i soci di Asset Banca. Ricordiamo a tal proposito ai lettori che è pendente un processo d’appello in sede amministrativa che possa valutare eventuali diritti a risarcimenti o meno.
Certamente in questa legislatura vi è una opposizione più responsabile di quella precedente, una opposizione consapevole che parlare tutti i giorni di banche ed alimentare terrorismo mediatico sulla situazione delle banche (come fece l’opposizione nella passata legislatura) non può che creare profonda sfiducia nel nostro sistema, ridurre la raccolta e spaventare gli investitori. Non è un caso se oggi, nonostante le difficoltà e la totale assenza di misure del Governo, la raccolta bancaria rimanga più o meno stabile: la responsabilità delle opposizioni lo ha consentito.
Tuttavia crediamo necessario fare chiarezza in tempi brevissimi su questi argomenti e per questo abbiamo depositato una interpellanza, della cui risposta non mancheremo di rendere edotti i cittadini.