Alcune riflessioni sulla doppia tassazione dei cittadini sammarinesi-americani

Alcune riflessioni sulla doppia tassazione dei cittadini sammarinesi-americani

A San Marino a tutt’oggi la condizione fiscale dei doppi cittadini Sammarinesi-USA non è tutelata da alcuna norma.

Quindi c’è chi si è messo in regola o sta perfezionando la propria pratica, seguendo tutta la procedura dettata dal FATCA dando alle banche i dati personali necessari, inoltrando la sanatoria dei 3 anni di dichiarazione dei redditi con relativo pagamento delle tasse dovute; c’è chi ha deciso di non fare nulla e c’è chi è ancora indeciso e aspetta speranzoso “tempi migliori”.

Fermo restando l’autonomia e la responsabilità di ognuno di agire come meglio ritiene, vorrei sottolineare alcuni punti.

I negoziati per fare un accordo sulle doppie imposizioni non sono mai partiti, c’è stata una vaga promessa di disponibilità da parte degli USA (da quando non si sa) e nessuna fretta da parte del Segretario Valentini, nonostante l’istanza d’Arengo a tale proposito approvata all’unanimità il 28 maggio 2015.

Eppure la nostra peculiarità di micro-Stato dovrebbe essere un valore aggiunto, un punto di forza per negoziare.

Al momento i risvolti e le conseguenze per i doppi cittadini sono notevolmente pesanti perché circa 3000 cittadini – anche minorenni – devono raccogliere tutta la documentazione del loro stato reddituale con un certo costo, nonché affrontare una spesa considerevole presso professionisti accreditati o altri soggetti per regolarizzare la propria posizione fiscale, senza contare la spesa di eventuali tasse da versare all’IRS.

Poiché la pratica di sanatoria è costosa, a questo proposito alla Segreteria Esteri era stato suggerito di contattare qualche studio commerciale specializzato in fiscalità americana per provare a concordare delle tariffe agevolate, ma non c’è stato un minimo tentativo, anzi non c’è stata alcuna risposta a questa richiesta (lettera del gennaio 2015). Provare non sarebbe costato nulla ed il Segretario Valentini avrebbe fatto bella figura nel mostrarsi almeno interessato.

Inoltre era stato richiesto da alcuni cittadini se si poteva incaricare un referente fra il personale amministrativo della Segreteria di Stato agli Esteri per aiutare le fasce deboli, quali pensionati, disabili, persone che hanno poca o nessuna dimestichezza con la lingua inglese, ecc., nelle procedure per richiedere passaporti, SSN (Social Security Number) ed altri documenti necessari al Consolato USA a Firenze o all’Ambasciata USA a Roma.

A questa richiesta è stato risposto no, perché avrebbe interferito con l’applicazione delle leggi di un altro Stato. Alcune persone disponibili hanno offerto il loro aiuto spontaneo tenendo i contatti con il Consolato di Firenze e l’Ambasciata di Roma e aiutando tanti nostri cittadini nel compilare i moduli. In fin dei conti si chiedeva solo un aiuto pratico, di traduzione e compilazione, non certo una interferenza nelle pratiche personali. Ma tant’è. Una seccatura in meno per l’indaffarato Segretario agli Esteri.

A livello europeo e mondiale si sta sottolineando e contestando l’ingerenza degli USA con il provvedimento FATCA e il CBT non solo attraverso petizioni, lettere di protesta, battaglie legali di gruppi singoli ma consistenti di cittadini americani residenti all’estero, ma anche con la presa di coscienza di grandi paesi quali Canada, Australia, nonché di quasi tutti i paesi europei.

Una apertura di una via diplomatica serrata e costante di informazione con altri paesi per fare fronte comune contro l’imposizione americana di controllare i beni privati di cittadini di un altro Stato non è stato nemmeno contemplato a livello istituzionale. Per fare un esempio, la Commissione Esteri della Francia ha insediato una Commissione per esaminare i limiti dell’estensione territoriale degli USA sui propri cittadini francesi, con una prima riunione costitutiva il 2 marzo 2016 (Mission d’information commune sur l’extraterritorialité de certaines lois des Etats-Unis www.2.assemblee-nationale.fr.)

Se le doppie imposizioni vengono considerate importanti per l’internazionalizzazione, ancora di più lo saranno per i giovani sammarinesi-americani che vogliono intraprendere un’attività di studio o di lavoro negli USA. Le borse di studio erogate da San Marino vengono considerate come benefit e quindi tassate dall’IRS: è veramente necessario insistere anche su questa esenzione per favorire i nostri giovani con la doppia cittadinanza.

Ma non voglio far ricadere tutto sulle spalle del Segretario Valentini, quindi concludo rivolgendo qualche domanda anche ai Segretari alle Finanze Capicchioni e alla Sanità/ISS Mussoni:

  • Si è pensato di fare un censimento dei cittadini americani per avere un quadro d’insieme e per calcolare quanto denaro potrebbe uscire da San Marino per riversarsi nelle casse del IRS?
  • Il Paese si può permettere una fuoriuscita di capitali stante l’attuale congiuntura economica?
  • Non è preoccupante che le pensioni erogate dallo Stato di San Marino vengano tassate da un altro Stato che non restituirà mai servizi di alcun genere?
  • Alla Consulta dei cittadini sammarinesi residenti all’estero viene dedicata attenzione e considerazione ed è giusto che le loro richieste vengano ascoltate: perché noi cittadini sammarinesi-americani non siamo ascoltati?

Ingrid Casali

Repubblica Futura – Coalizione Adesso.sm

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