Nuova legge sui semi: un esempio virtuoso e un importante risultato

Nuova legge sui semi: un esempio virtuoso e un importante risultato

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La recente approvazione della cosiddetta Legge dei semi, durante il Consiglio Grande e Generale di ottobre, è un esempio virtuoso di come la partecipazione alla tutela dei beni comuni, e in particolare del proprio territorio, si possano esprimere attraverso l’impegno e il confronto fra i cittadini e tutta la politica. 

Tale legge vuole valorizzare e arricchire la biodiversità e le varietà agricole attraverso l’uso sostenibile delle risorse fitogenetiche, ovvero tutto il materiale genetico d’origine vegetale, prezioso per l’alimentazione e l’agricoltura.

Repubblica Futura, sempre attenta alle tematiche ambientali ed alla salvaguardia del suo territorio, esprime soddisfazione per la presentazione della legge e si congratula con i presentatori del progetto, soprattutto la dott.ssa Francesca Piergiovanni per il contributo di spessore alla causa.

Una legge dai risvolti importanti, che pone al centro il ruolo essenziale dell’agricoltore e i suoi diritti, in particolare la libertà di selezionare i propri semi, riprodurli, scambiarli e condividerli, al fine di enfatizzare due principi: la sovranità del seme e l’autodisciplina delle comunità agricole.

La diversità genetica delle colture è indispensabile per fornire resilienza (per affrontare il cambiamento climatico e ambientale), per migliorare la qualità del cibo (il valore nutritivo, il gusto), dare maggiore stabilità di produzione e sostenere le colture locali e tradizionali degli agricoltori. A tal fine viene imposto il divieto di coltivare varietà transgeniche, ovvero viene bandito qualsiasi tipo di coltura OGM.

Degno di rilievo è l’obbligo di indicare in etichetta o in documento allegato, l’utilizzo di sostanze chimiche con precisi riferimenti del tipo di sostanza usata e quantità. Questo permetterà, ad esempio, di scegliere di non utilizzare sementi importati e conciati con neonicotinoidi (fitofarmaci riconosciuti causa della moria delle api) anche qualora l’Unione Europea dovesse decidere di continuare ad utilizzarli.

Viene istituita una banca dati pubblica per catalogare la disponibilità delle risorse fito-genetiche del territorio di San Marino con lo scopo di condividere i saperi e le informazioni e renderle fruibili a chi coltiva la terra. Leggiamo in questa parte l’opportunità di individuare risorse agricole tipiche che possano costituire il primo anello di una filiera tipica, virtuosa, degna di valorizzazione attraverso un riconoscimento che segua il prodotto dal campo al negozio o al ristorante, fino all’utilizzatore finale.

Durante la seconda lettura è stato abolito l’articolo 13, che prevedeva la non brevettabilità del vivente. Questo articolo, che di fatto non avrebbe avuto effetti sul significato della legge, poiché vegetali ed animali sono già non brevettabili secondo la legge sui brevetti, avrebbe comportato la rottura di accordi internazionali già siglati, che tutelano le invenzioni da biotecnologie. Crediamo che il dibattito fra la necessità di autofinanziamento della ricerca attraverso i brevetti e l’opportunità di porre un limite alla brevettabilità della vita, meriti un approfondimento nelle sedi appropriate al fine di valutare attentamente gli interessi di tutte le parti.

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