Fitch conferma l’outlook negativo: azione del governo poco credibile per i valutatori esteri

Fitch conferma l’outlook negativo: azione del governo poco credibile per i valutatori esteri

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“L’Outlook Negativo riflette l’incertezza sull’efficacia della strategia del governo per ridurre in modo sostenibile le significative vulnerabilità del settore finanziario, in particolare il livello eccezionalmente elevato di crediti non performanti (Npl), ed ottenere un consolidamento fiscale”.
Con queste poche parole, contenute nel report pubblicato ieri con cui Fitch conferma il rating BB+ con outlook negativo per la nostra Repubblica, l’agenzia di rating mostra plasticamente quanto il re sia nudo, quanto la propaganda che il governo dispensa a piene mani all’interno della Repubblica sia considerata (ovviamente) poco credibile ai valutatori esterni.
Dopo che per mesi aveva dispensato a tutti, col consueto sorriso e con la consueta dose di fantasia, una totale sicurezza sul fatto che il rating a breve sarebbe migliorato grazie alle politiche messe in campo dal Governo, il Segretario Marco Gatti, intervistato ieri a caldo dalla Rtv, ha affermato che “il paese meritava un riconoscimento maggiore”: noi concordiamo teoricamente con lui perchè pensiamo che il nostro Paese abbia grandi opportunità e grandi possibilità di ripresa ma purtroppo dobbiamo registrare che la “cura” del Governo continua ad esistere soltanto a parole. E con le parole, si sa, la si può raccontare a qualche sprovveduto ma non la si racconta a chi è abituato per mestiere a guardare ai fatti.
Il report di Fitch, come accade da qualche anno, mette in mostra pregi e difetti del nostro sistema, che sono più o meno sempre gli stessi da anni: criticità principalmente legate al sistema bancario e all’elevatissimo livello degli Npl (addirittura cresciuto nell’ultimo anno, mentre è migliorata la situazione della liquidità del sistema bancario), punti a favore legati principalmente ad una economia con un ottimo livello di export ed all’alto livello di Pil pro capite che fa di noi un sistema, sotto questo aspetto, da tripla A.
Non sembrano però intravedersi, nel report dell’agenzia di rating, azioni messe in campo dal Governo capaci di farci fare un salto di qualità in avanti. Anzi, oltre alla poca credibilità delle azioni messe in campo sul sistema bancario, viene evidenziato con chiarezza che:
1) il debito pubblico è schizzato in un anno dal 32,3% del Pil (dato 2019) all’80,8% del Pil (dato 2020) per effetto della conversione del 5ter di Carisp in bond perpetuo dello Stato;
2) vi sono elevatissimi fabbisogni finanziari per lo Stato (dovuti all’elevato deficit di bilancio e agli ammortamenti), pari al 30% del Pil nel 2021, che obbligheranno ad utilizzare i soldi del prestito contratto dallo Stato per far fronte alle spese correnti.
Fitch sottolinea poi la sfida chiave che ci attende: “il raggiungimento di un consolidamento di bilancio sostenibile che conduca alla riduzione del debito, dipenderà dai progressi del governo verso l’attuazione di riforme che aumentino le entrate fiscali e affrontino le pressioni sulla spesa dovute al sistema pensionistico”. Vale a dire le famose “riforme” che possano rendere sostenibile lo Stato e che ci consentano di non dover pensare di continuare a vivere aumentando il nostro debito e sperando che qualcuno continui a prestarci i soldi per sempre (cosa ovviamente impossibile).
Se consideriamo che queste riforme, nonostante una mega maggioranza da 44 consiglieri, non sono neppure state abbozzate, c’è davvero molto da preoccuparsi per il futuro del nostro Paese.

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