Cassa di Risparmio: nuovo Cda

Cassa di Risparmio: nuovo Cda

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“È molto facile ottenere risultati coi soldi degli altri”: così si potrebbe riassumere l’attuale situazione di Cassa di Risparmio e la condizione in cui il nuovo Cda si trova a lavorare.

Il nuovo Governo, infatti, ha per anni buttato la croce addosso al vecchio Cda che non riusciva a portare Carisp in utile, omettendo sempre di dire che operavano con un bilancio con attivi infruttiferi, con scarsa liquidità a disposizione e con una zavorra di Npl importante da fronteggiare. Difficile, senza una pesante iniezione di denaro, riuscire a fare meglio.

Appena giunta al Governo, ha sostituito il vecchio Cda con uno nuovo di sua fiducia, prima ancora della scadenza dei 3 anni di mandato del precedente.

Il nuovo Cda, volendo sentitamente ringraziare, ha pensato bene di ritirare, pochissimi giorno dopo l’insediamento, la querela fatta dal Cda precedente contro il Segretario di Stato Ciavatta ed il consigliere Santi per l’irruzione del 2018 in Cassa di Risparmio. Querela per minacce, diffamazione e offese, che erano state puntualmente verbalizzate nel Consiglio di Amministrazione del 2018, possibili reati per i quali non è neppure stato possibile procedere proprio per la remissione di querela, come ha detto in maniera lampante il Procuratore del Fisco quando nel corso del processo ha riferito “remissione da cui consegue l’estinzione dei reati, ma i fatti lì contenuti sono evidenti e potevano avere una conseguenza diversa. Però dobbiamo applicare la legge che prevede l’estinzione dei reati” (fonte L’Informazione).

Un bel regalo dunque del nuovo Cda che ha evitato possibili problematiche giudiziarie ai due esponenti politici.

Il Governo, ora, si sdebita pompando liquidità in Cassa di Risparmio. Liquidità che non ha, ovviamente, e che sta prendendo a debito a spese di tutti i sammarinesi.

Due sono le modalità con cui questa liquidità arriverà:

  1. il cosidetto “titolo irredimibile” inventato dal Governo nell’ultima finanziaria, cioè un titolo senza scadenza emesso dallo Stato e sottoscritto da Carisp, che grazie a questo otterrà circa 9 milioni di interessi all’anno dallo Stato stesso;
  2. il rimborso, da parte dello Stato, di un titolo di Carisp, che porterà 94 milioni di euro circa di liquidità nella stessa Carisp. Ovviamente questi soldi lo Stato li prenderà indebitandosi: saranno infatti una parte dei 340 milioni emessi sul mercato al tasso del 3,25%.

Ora, ci chiediamo: quando il nuovo Cda si rallegrerà urbi et orbi per avere portato la banca in utile, ci sarà qualcuno che avrà il buon gusto, la decenza e l’onestà intellettuale di ammettere che sono capaci tutti a fare utili coi soldi che ti dà lo Stato facendo i debiti? E, parallelamente, qualcuno ricorderà che non ci vuole nessuno sforzo a fare utile in queste condizioni, senza neanche bisogno di ridurre chissà quanto i costi?

Ah, ovviamente diamo per scontato che l’utile arrivi: in queste condizioni se non arrivasse ci sarebbe veramente da dubitare del possesso di qualche minima competenza in capo al nuovo Cda ed in particolare al nuovo super Ad Gianfranco Vento, l’uomo di Ciavatta che ha salvato Ciavatta…

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