Mara Valentini sul PdL di modifica dell’ordinamento penitenziario

Mara Valentini sul PdL di modifica dell’ordinamento penitenziario

Grazie Eccellenza,

accolgo favorevolmente il Progetto di Legge che va a modificare la Legge 44 del 29 aprile 1997 “Ordinamento Penitenziario”.

Un Progetto di Legge che aspettavamo da tempo, che si allinea alle regole penitenziarie europee e che definisce un passo in più per ciò che concerne il rispetto dei Diritti dell’Uomo.

L’adeguamento alle regole penitenziarie europee è già stato sottolineato e raccomandato dal C.P.T Comitato per la prevenzione della tortura e trattamenti inumani e degradanti nelle risposte al Governo di San Marino fin dalle prime visite a partire dal 1992 con la raccomandazione precisa di adeguamento del Regolamento Penitenziario in essere.

Con questa modifica dunque andiamo a rivedere il lavoro interno ed esterno al carcere in modo nuovo e dinamico, il lavoro come elemento positivo del regime penitenziario; lavoro che deve essere offerto per mantenere, aumentare e implementare, eventualmente anche con corsi adeguati di formazione professionale, la capacità della persona detenuta, una capacità professionale preziosa che gli consentirà, al momento del rientro nella società, sia di guadagnarsi da vivere sia di relazionarsi adeguatamente nel mondo del lavoro.

Per questo la Direzione e le Autorità dell’Istituzione penitenziaria devono assicurare il lavoro interno o esterno al carcere nel rispetto delle modalità che regolano il lavoro analogo nella società libera, con la promozione degli sgravi fiscali e contributivi a beneficio del datore di lavoro.

In conformità a quanto disposto sempre dalle regole penitenziarie europee non devono sussistere discriminazioni nel tipo di lavoro fornito basate sulle diversità di sesso; questo perché l’esecuzione delle pene privative della libertà e la presa in carico della persona detenuta devono garantire condizioni di prevenzione non compromesse da pregiudizi.

Il lavoro rappresenta dunque elemento di estrema importanza nel trattamento penitenziario, elemento su cui si deve investire non solo per ciò che concerne la parte economica, ma anche e soprattutto perché permette al detenuto di acquisire una maggiore consapevolezza delle proprie capacità e del proprio ruolo sociale.

Ma, perché tutto questo sia realizzabile e abbia un vero significato nel progetto di vita della persona detenuta, occorre che il lavoro sia “VERO” Cosa significa lavoro vero, mi spiego il lavoro per essere tale deve essere produttivo, gratificante (per quanto possibile) e soprattutto remunerativo. Non dunque un lavoro riempitivo di un tempo vuoto e di solitudine, ma un’attività produttiva vera e propria.

Con l’Istituzione del ”Gruppo di Osservazione e Trattamento”, un gruppo o meglio un equipe multidisciplinare altamente qualificata e specializzata in problematiche di vita carceraria, andiamo ad integrare il monitoraggio della vita detentiva arricchendola con l’osservazione comprensiva dell’educazione, del lavoro, della salute fisica e psicologica, ma soprattutto e senza ombra di dubbio andremo a valorizzare ciò che è alla base dei diritti dell’uomo: un progetto di vita dignitoso all’insegna dell’integrazione etica e umana.

Articolo precedente
Fabrizio Perotto sul PdL di modifica dell’ordinamento penitenziario
Articolo successivo
Mara Valentini sull’istanza d’Arengo relativa al fine vita

keyboard_arrow_up