Sindacato a Buriani: procedimento grottesco!

Sindacato a Buriani: procedimento grottesco!

Si è concluso il sindacato più pazzo del mondo. La sentenza del Collegio Garante di pochi giorni fa ha messo una pietra tombale su un procedimento grottesco. Intendiamoci, non abbiamo nessuna intenzione di entrare nel merito dei fatti, questi li deve e li può accertare solamente il potere giudiziario – come è successo peraltro proprio con la sentenza del Professor Bin; vogliamo invece capire bene tante cose che, in questo articolato e travagliato percorso, non abbiamo affatto compreso.
La prima: è normale che l’azione di sindacato sia stata promossa dai consiglieri della maggioranza, membri della Commissione Giustizia, dal loro presidente, Zeppa, e dal ruolo determinante del Segretario Ugolini, basandosi principalmente su dossier e memoriali presentati da ex indagati del Commissario della Legge sottoposto all’azione di sindacato? È normale che la Presidentessa della Banca Centrale abbia commissionato tali “dossier”? È normale che uno di questi, commissionato da un ex banchiere sammarinese, sia stato confezionato dall’avvocato-consigliere Gian Nicola Berti, già difensore di Valeria Pierfelici e di Gabriele Gatti, tra gli altri? È normale che Zeppa e Ugolini abbiano deciso, con il consenso acritico degli altri commissari di maggioranza della Commissione Giustizia, di sborsare varie decine di migliaia di euro a un avvocato italiano scelto dai due come consulente? È normale che i membri della Commissione Giustizia non siano mai stati ragguagliati sui documenti che sarebbero dovuti essere depositati o che sono (o non sono!) stati depositati da parte dell’Avvocato Preziosi – il consulente di Zeppa ed Ugolini, così lautamente pagato? È normale, ancora, che i lavori della Commissione Giustizia e di quella di Inchiesta siano stati spesso sovrapposti ed intersecati giungendo ad un cortocircuito vizioso, rilevato anche, con estrema limpidezza, dalla sentenza del Collegio Garante?
Secondo noi, purtroppo, in tutto questo pastrocchio non c’è stato proprio nulla di normale.
Tutto era iniziato, formalmente, con una convocazione ad horas (è proprio il caso di dirlo, visto che i membri della Commissione Giustizia sono stati invitati ad una riunione della stessa, indetta da Zeppa, per mail, solo tre ore prima del suo inizio) per leggere un ponderoso j’accuse della Tomasetti, giunto caldo caldo dalla Banca Centrale. Insomma: Tomasetti chiama e Zeppa – in “attenti” come un militare – risponde. Da lì è partito tutto e tutto è rimasto segreto! Perché per qualcuno guai a parlare della Commissione Giustizia: i cittadini non devono sapere! Noi crediamo invece che oggi tutti debbano sapere! Debbano sapere quanto è costato a Banca Centrale confezionare i suoi dossier. Se il Consiglio Direttivo della Banca Centrale ha letto quelle carte prima che fossero inviate alla Commissione Giustizia. Quale o quali legali li hanno stesi. Se i membri del Congresso di Stato che li hanno autorizzati, Gatti e Ciavatta – sì, proprio Roberto Ciavatta, già indagato da Buriani! – ne conoscevano i contenuti. Chi, come e perché abbia scelto l’avvocato Preziosi per conseguire, per giunta, un risultato così “apprezzabile”. Quanto sia costata questa consulenza a tutti i sammarinesi. Se sia normale dare consulenze di questo tipo senza neppure confrontare qualche preventivo. Se non sia stato estremamente colpevole da parte dei commissari di maggioranza della Commissione Giustizia non voler mai confrontarsi con i legali incaricati di rappresentare la Commissione nell’azione di Sindacato.
Infine, solo una cosa nel merito: pretendere che possa essere anche solo lontanamente un reato, il concedere ad un giornalista, qualunque giornalista, l’accesso ad un fascicolo già deciso ed archiviato – fascicolo per giunta che aveva avuto ampia risonanza ed interesse pubblico, col quale era indagata la Presidentessa della Banca Centrale Catia Tomasetti – è, per noi, raccapricciante: la dice lunga sul modo in cui alcuni intendono il diritto all’informazione e le libertà fondamentali di tutti i cittadini.

Repubblica Futura, a questi e a tanti altri interrogativi, pretenderà risposte precise e circostanziate.

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