Il nuovo Tribunale

Il nuovo Tribunale

La priorità dell’attuale governo, fin dai primi giorni del suo insediamento, è sempre stata quella di mettere mano al tribunale. Fedele al dettato di Gabriele Gatti, persona notoriamente accreditata di una visione equilibrata e disinteressata sul funzionamento della giustizia, la maggioranza ha proceduto alla “terra da ceci”. Anche coloro che, in un passato nemmeno tanto lontano, portavano arance sotto le finestre dei detenuti del carcere e volevano indire una festa nazionale il giorno dell’arresto dello stesso Gabriele Gatti, sono stati fulminati, non sulla via di Damasco ma da qualche comoda e ben retribuita poltrona. Il Segretario Roberto Ciavatta, smessi i panni del rivoluzionario che denunciava i presunti – da lui – malfattori dai microfoni del Consiglio Grande e Generale e nei tribunali veri con esposti sgangherati, ora denuncia coloro che osano scrivere sui giornali un’opinione diversa dalla sua. Con la benedizione del Segretario Teodoro Lonfernini competente, in via teorica, per l’informazione.
Vediamo, dunque, di quale “nuovo tribunale” il nostro Paese dispone, dopo avere “voltato pagina” rispetto ai problemi del passato. Abbiamo sentito della formazione dell’attuale governo, compresa la scelta dei Segretari di Stato, direttamente nell’ufficio del magistrato Valeria Pierfelici. Un ottimo viatico per l’autonomia dei poteri dello Stato e l’imparzialità del tribunale stesso! Abbiamo visto, in questo tribunale “rinnovato”, persone indagate segretamente per anni in aperta violazione della legge cosiddetta “giusto processo”, nell’indifferenza del Dirigente del tribunale e del Segretario alla Giustizia Ugolini (ebbene sì, esiste veramente, non è un ologramma) e dell’ordine degli avvocati. Abbiamo assistito alla riforma del Consiglio Giudiziario, quello che dovrebbe essere l’organismo di autogoverno della nostra magistratura, con l’inserimento come membri di avvocati che, in una piccola realtà come la Repubblica di San Marino, possono presentare quasi inevitabilmente evidenti conflitti d’interesse con i magistrati presenti nello stesso organismo. Per buon conto si è nominato, nel nuovo Consiglio Giudiziario, un avvocato (sulla cui professionalità e rispettabilità – sia chiaro – non abbiamo nulla da eccepire) ex difensore del magistrato Pierfelici in alcuni procedimenti penali. Ci sono, anche in passato in verità, diverse centinaia di fascicoli prescritti per inattività o evidenti errori del tribunale. Eppure, nulla è successo e nulla succede. Si è introdotto il terzo grado di giudizio (cosa sulla quale in via teorica ed astratta possiamo anche convenire) come presente in pochi altri paesi europei. Con modalità che portano alla conseguenza, non fugata dall’accoglimento della proposta di Repubblica Futura di fermare lo scorrere dei tempi di prescrizione dopo il secondo grado di giudizio, di mandare a monte certi processi. Adesso abbiamo nel nostro tribunale penale un primo grado di giudizio, poi un secondo (quello di appello), poi il terzo – appena introdotto – in cui si può comunque rinviare ad un nuovo processo di appello, per poi andare nuovamente al terzo grado. E poi chissà. In pratica la prospettiva della prescrizione, a cominciare dal processo “Conto Mazzini”, si fa molto concreta.
Intanto, il Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta, non avendo il coraggio di assumersi la responsabilità dei suoi esposti al tribunale contro chi si è macchiato del crimine di esprimere opinioni diverse dalla sua, si inventa la figura della “letterina” al tribunale (un po’ come quelle indirizzate a Babbo Natale) per indurlo ad indagare su qualche malcapitato. Persino una persona deceduta. Qualcuno se la prende con il magistrato coinvolto, molti con Ciavatta (anche dalla maggioranza di governo) ma è delle ultime ore il vero colpo di scena: si scopre non solo che Ciavatta un esposto lo ha fatto, eccome, ma addirittura che, ad ordinare al magistrato di indagare varie persone ed anche per quali reati (ma quali?) è stato niente meno che il Dirigente Canzio (in base a quale legge ed a quali prerogative?). Lo stesso Dirigente ha ripetuto l’exploit con un comunicato – firmato anche dall’immancabile presidente dell’ordine degli avvocati – in cui si permette di criticare il Consiglio Grande e Generale dopo l’approvazione delle leggi sulla giustizia. Che il dirigente del potere giudiziario prenda per il bavero il potere legislativo, rappresenta un’altra, ulteriore novità di questo generale rinnovamento…
Ovviamente il prestigio del tribunale va alle stelle. Si potrebbe anche aggiungere altro, fra cui il fatto che non viene più presentata al Consiglio Grande e Generale una relazione annuale sullo stato della giustizia e chiedersi il perché. Meglio, evidentemente, che siano pochi ad occuparsene, in segreto come è d’uso all’attuale governo.
È questo, dunque, il “nuovo tribunale” per il quale gli zeloti della giustizia hanno fatto tanti proclami e dispensato tante prediche virtuose dai banchi dell’opposizione nella scorsa legislatura? È questo il tribunale che assicura un’immagine di una giustizia celere ed affidabile ai cittadini ed agli investitori? Nel fallimento ormai conclamato dell’attuale governo su quasi ogni altra tematica, ad iniziare dalla distruzione della sanità pubblica, la “terra da ceci” del tribunale spicca brillantemente come il ritorno al peggior passato. Proprio quel passato descritto nel “Conto Mazzini”.
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