Ancora leggi ad hoc sulla giustizia

Ancora leggi ad hoc sulla giustizia

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Con l’ultimo Consiglio Grande e Generale il piano della “terra da ceci” in Tribunale è finalmente compiuto.
Prima mossa: nomina del “nuovo” Consiglio Giudiziario. Repubblica Futura ha accettato il confronto con la maggioranza per discutere sui criteri volti ad individuare le persone più adatte a ricoprire tale ruolo. Abbiamo fatto presente nuovamente come la presenza di avvocati iscritti all’Ordine, dunque in attività, fosse un grave vulnus all’operatività dell’organismo; anche perché, oltre a creare imbarazzi consistenti sia agli avvocati che ai magistrati, potrebbe delineare dei veri e propri conflitti di interesse in capo agli avvocati membri del Consiglio Giudiziario o dei loro studi professionali. Queste obiezioni sono state ovviamente rigettate senza alcuna spiegazione da parte della maggioranza.
Abbiamo proposto anche di evitare di indicare che venissero scelti avvocati che erano stati negli ultimi due anni difensori di giudici in servizio presso il Tribunale: una stessa persona che si trovi ad essere legata da un rapporto fiduciario e professionale assai stretto come quello che si instaura tra patrocinante e patrocinato e, solo dopo pochi mesi, si trovi a dover decidere di avanzamenti di carriera o di sanzioni disciplinari magari della persona della quale era stato in precedenza avvocato, con che serenità potrà decidere? Anche qua, ovviamente, la maggioranza non ha tenuto in nessun conto queste considerazioni.
E sarà solo una caso che tra i nuovi nomi indicati come componenti del Consiglio Giudiziario vi sia proprio chi è stato avvocato del giudice Valeria Pierfelici.
Poi è stata la volta della legge di riforma del codice di procedura penale. La norma contiene anche buone innovazioni, utili a migliorare il procedimento penale del nostro Paese; ma purtroppo la maggioranza si è inventata uno strumento nuovo, che potrà portare ad un vero e proprio colpo di spugna sul processo del secolo, cioè sul Conto Mazzini. Ci riferiamo all’introduzione del terzo grado di giudizio, principio giusto in teoria (e lo abbiamo detto) ma che è stato declinato in maniera sintetica, imprecisa, non definita nelle forme e nei tempi, facendo capire quale era il vero obiettivo: trovare un modo, appunto, per far finire in nulla il processo Mazzini, vuoi attraverso la prescrizione, vuoi attraverso un nuovo giudizio che finalmente possa assolvere tutti.
Come non si può non vedere che la maggioranza si è inventata un vero e proprio articolo ad hoc, fatto proprio adesso che sta per arrivare la sentenza di appello del Conto Mazzini, per cancellare dieci anni di storia politica e giudiziaria del nostro Paese? Con che faccia gli attuali partiti potranno chiedere sacrifici ai sammarinesi – magari attraverso la riforma delle pensioni o quella dell’Igr – dopo aver deciso di assolvere per via politica degli imputati eccellenti?
E per fortuna che la maggioranza ha presentato all’ultimo minuto un emendamento, sulla base di una precisa proposta fatta da Repubblica Futura, per limitare il rischio che il terzo grado di giudizio servisse a mandare tutto in prescrizione: rischio, purtroppo, non scongiurato del tutto, ecco perché non lo abbiamo votato.
Repubblica Futura continua a lottare affinchè i processi possano giungere al loro termine, gli imputati difendersi e non arrivino invece, con un tempismo perfetto, leggi fatte su misura per certi processi.
Ultimo colpaccio, la nomina di due nuovi Uditori per il Tribunale. Prima la maggioranza approva una norma per permettere a due congiunti di essere l’uno/a avvocato, l’altro/a giudice: possibilità prima preclusa per ovvie ragioni di buon senso e opportunità, legata all’indipendenza di giudizio del Tribunale, ora non più. Poi, guarda caso, uno dei due Uditori vincitori del bando è un congiunto di un consigliere di maggioranza di professione avvocato, oltre ad essere stata fino a pochi mesi fa Segretario Particolare della Segreteria alla Giustizia. Può essere il soggetto più bravo del mondo, ma come è possibile non vedere l’enorme inopportunità (o addirittura incompatibilità) di questa situazione?
Una maggioranza, quindi, che continua ad occuparsi solo del tema della giustizia e, ogni volta che interviene, crea situazioni utili – prima di tutto – a tutelare i propri amici. Cos’altro aggiungere?
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