La memoria corta sulla giustizia

La memoria corta sulla giustizia

È opportuno ricordare ancora una volta alcune cose a chi commenta con giubilo politico i rinvii a giudizio che di recente il Tribunale sta portando avanti sulle varie vicende bancarie (con calma, si parla di eventi di 5-6 anni fa).
La prima: tutti, nessuno escluso, siamo contenti che la verità stia venendo a galla, fermo restando quanto emergerà nel corso dei processi. Nessuno, ci auguriamo, si adopererà con leggine, interpretazioni e nomine di comodo affinché i processi vengano bloccati e le persone coinvolte ne escano impunite, come purtroppo accaduto sul Conto Mazzini per effetto dell’azione dell’attuale maggioranza; di certo non noi.
La seconda: la Confuorti-band, che ha imperversato in Repubblica fra l’inizio del 2016 e la seconda metà del 2017, fu portata a San Marino dal vecchio Governo a guida Dc-Psd, appunto nel corso del 2016. In Congresso di Stato, l’unica a opporsi alla nomina di Grais fu Antonella Mularoni, la rappresentante della allora Ap.
Giova ricordare anche i comunicati di grande apprezzamento emanati in quel periodo da chi oggi fa finta di dissociarsi da quelle scelte e dà la colpa ad altri (per non dimenticare https://www.dire.it/22-01-2016/33158-grais-alla-banca-centrale-noi-sanmarinesi-passo-importante/)
La terza: quella banda attuò, come primi atti forti nel 2017, il commissariamento effettivo di Asset (chiudendola) e quello “leggero” di Carisp (obbligando a un cambiamento del CdA, sotto minaccia di commissariamento). Lo Statuto di BCSM dava loro quelle facoltà di intervento, in assoluta autonomia; quello Statuto è tuttora vigente e la maggioranza non pare volerlo cambiare, quindi non è scongiurato il rischio che quei fenomeni possano accadere di nuovo.
La quarta: quella banda fu cacciata da San Marino nell’Agosto del 2017 da adesso.sm, dopo soli otto mesi dall’insediamento del Governo. Tutto il CCR e tutto il Governo furono compatti su quella decisione. Anzi, forse qualcuno contrario c’era e va ricercato fra coloro i quali oggi cercano di vendersi come “quelli della discontinuità”: anche qui, non è difficile trovare le dichiarazioni di disperazione di consiglieri – al tempo di SSD – di fronte alle possibili dimissioni di Grais.
Qualcuno dirà che otto mesi sono stati troppi, e può essere vero. Ma chiunque legga lo Statuto di Banca Centrale (ancora immutato, come dicevamo prima), i suoi equilibri e i suoi funzionamenti, sa che non è facile azzerare una struttura dove si è insediata una banda ben organizzata che ne ha occupato tutti i vertici. Tuttavia, se resistenze al cambiamento esistevano, non erano certo di RF.
La quinta: i famosi (o famigerati, per qualcuno) Decreti dell’estate 2017 NON furono emanati secondo i “desiderata” della banda. Che naturalmente fece proposte (è del tutto normale che BCSM faccia proposte quando si parla di decreti in materia finanziaria), molte delle quali però NON furono prese in considerazione e non furono inserite nei Decreti.
Tra queste proposte vi erano cosine come il blocco dei pagamenti di tutto il sistema per alcune settimane, la possibilità per BCSM di diventare socia delle banche (compresa Carisp), la possibilità per BCSM di ottenere prestiti di liquidità dalle banche private, il trasferimento coatto permanente dei fondi pensione in BCSM e altre di questo genere: cose che il Governo respinse al mittente.
A chi continua a parlare, quindi, di Decreti fatti sotto dettatura della Confuorti-band, consigliamo di andare a rileggere la reazione della stessa Confuorti-band rispetto alla versione finale di quei testi, riportata nell’ordinanza-Morsiani: non fu certo una reazione di apprezzamento, tutt’altro.
Non a caso, poche settimane dopo quelle proposte, il Governo di adesso.sm cacciò la banda da BCSM.
La sesta: la conversione dei crediti di imposta in obbligazioni dello Stato non era un desiderata della Confuorti-band ma una precisa richiesta del Fondo Monetario Internazionale, ripetuta più volte e resa anche pubblica nei suoi report sulla nostra Repubblica. Per questo, fu inserita nei Decreti di quell’estate. Poi, valutato l’impatto che avrebbe avuto sul bilancio dello Stato, si decise di NON attuare quella misura, che quindi non fu mai concretizzata. Rete lo sa bene, ma finge di non ricordarlo perché è meglio gettare fumo negli occhi
Non sarebbe male un minimo di serietà e amore per la verità nel commentare quegli eventi. Ma sappiamo che la propaganda è troppo stimolante, specie a 1 anno dalle elezioni, quindi non ci facciamo illusioni.
Come rappresentanti di quel Governo, abbiamo poco da rinnegare rispetto a quanto fatto in quegli otto mesi. Sicuramente avremmo dovuto essere più cauti nelle dichiarazioni pubbliche, che sono state spesso di sostegno all’autonomia ed all’autorevolezza di Banca Centrale e degli altri organi tecnici (come il CdA di Carisp), tanto da fare pensare ad una approvazione delle loro azioni; ma per quanto riguarda il lavoro sotterraneo, che ha portato in otto mesi alla cacciata di una banda, insediatasi in BCSM e in Carisp per volere del governo a guida Dc-Psd, che stava per distruggere la banca più importante del Paese, ognuno di noi ha assolutamente la coscienza pulita.
Crediamo che tanti altri, che oggi pontificano, dovrebbero farsi un bell’esame di coscienza e spiegare perché li hanno portati qua. Ma siamo sicuri che questo esame non avverrà mai.
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