Riceviamo spesso segnalazioni e chiamate da singoli cittadini che vogliono sottoporci fatti o esprimere opinioni. Mai come in queste feste, però, siamo stati subissati di contatti, sia di singole persone che di operatori sanitari praticamente allo stremo, che ci hanno chiesto con forza di dire qualche parola pubblicamente sul disastro della campagna vaccinale e di questa ennesima ondata di Covid. Abbiamo deciso di farlo perché crediamo proprio che sia venuto il momento che qualcuno ammetta le proprie responsabilità e soprattutto che si riesca ad usare un po’ di buonsenso. Prima cosa da dire con chiarezza: i vaccini sono finiti! Da qualche settimana non si prendono più prenotazioni perchè Pfizer scarseggia. Qualcuno dirà: incredibile! Invece pare proprio così. Evidentemente l’anno passato non ha insegnato nulla. Allora, dopo la firma di un accordo impresentabile con l’Italia, dopo aver atteso invano l’arrivo di qualche dose, il Governo è stato costretto a virare su Sputnik e su un accordo di fornitura che fino all’ultimo il Governo stesso avrebbe voluto evitare. Quest’anno ci risiamo. Ma forse la situazione è anche peggiore. Infatti ad essere rimasti senza vaccino (booster) sono alcune categorie assai sensibili, guarda caso quelle che per prime avevano raccolto la sfida di sottoporsi al vaccino Sputnik: forze dell’ordine, personale scolastico, personale sanitario e parasanitario… E così, nel pieno di una nuova ondata, vari appartenenti a queste categorie – insieme a tanti cittadini – si ritroveranno a fronteggiare la ripresa senza terza dose. In questo stato di cose viene spontaneo chiedersi come sia stato regolato l’accesso alle dosi booster. C’è un piano vaccinale? Ci sono criteri di priorità? Intendiamo dire: i fragili, gli anziani o le persone con più morbilità hanno avuto la precedenza? Francamente pare proprio che ci si sia affidati al “chi prima arriva, meglio alloggia”, secondo una logica che nessuno ormai riesce a comprendere, neppure gli operatori. Operatori ai quali esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza, costretti a lavorare nella più totale disorganizzazione e nel pieno marasma. Ed il Governo che fa? Un fantastico decreto nel quale introduce una sorta di super green pass sammarinese che ovviamente non è stato ancora ratificato dal Consiglio, perché un Gian Nicola Berti – lautamente remunerato dal Congresso di Stato – pronto ad impedirne la discussione, si trova sempre. E, ideona, la durata di questo green pass viene portata da 12 a 9 mesi proprio nel momento in cui i vaccini scarseggiano. Così l’impensabile diventa realtà, e, proprio coloro che per primi avevano fatto Sputnik, oggi si ritrovano senza green pass e senza vaccino, che, si dice, arriverà il 10 o il 15 di gennaio. E ci mancherebbe solo che non arrivasse, ma ormai il danno è fatto, e varie migliaia di sammarinesi, nel momento più drammatico di questa nuova ondata, nel momento delle feste, sono rimasti scoperti. Si può essere più sciagurati nell’immaginare obblighi, restrizioni e regole per tutti i cittadini? Si può essere più inadeguati nella definizione di un piano vaccinale e nell’approvvigionamento dei vaccini? Per non dire poi dei tamponi, che, divenuti ormai genere di prima necessità, stanno diventando anche un bene di lusso. Infine, last but not least, la girandola delle quarantene. Persone che devono rincorrere un operatore qualsiasi (quanto è disarmante e triste sentire cittadini, spesso fragili e soli, dire di sentirsi abbandonati!) per chiedere di fare un tampone e che, dopo vari giorni, essendo stati presi in carico, si trovano magari ad affrontare quarantene anche di 10 giorni, dopo essere non solo guariti ma anche tamponati con estremo ritardo. Tutto ciò mentre in tanti paesi, non solo europei, il regime delle quarantene è stato drasticamente rivisto. Ci si potrebbe anche chiedere se il livello dei contagi a San Marino sia in linea con quello delle zone limitrofe o se ci siano manifestazioni parossistiche, ma non osiamo tanto! Ci consoliamo, invece, insieme a tutti i sammarinesi, nella certezza che Ciavatta, grazie alla sua maggioranza che ha fatto quadrato intorno a lui, pronta a supportarlo e sostenerlo (no Roberto, non te ne andare, se no finisce che andiamo tutti a casa), resta saldo sulla plancia di comando a dispensare decreti (che ormai scrivono altri, perché va bene che resti ma poi decidere no, eh!) e a vegliare sulla salute – e non solo – di tutti. Sì, lo ammettiamo, da tutto questo, insieme a tanti sammarinesi, ci sentiamo veramente rincuorati
Il disastro della sanità
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