Tomassetti minaccia querele? RF risponde!

Tomassetti minaccia querele? RF risponde!

Repubblica Futura, come ha avuto modo di comunicare durante i lavori dell’ultima sessione del Consiglio Grande e Generale, è stata oggetto delle attenzioni del Presidente della Banca Centrale di San Marino, avv. Catia Tomasetti.
Due missive dal tono intimidatorio per contestare delle opinioni espresse dal nostro movimento sulla vicenda Banca CIS.
Ciò che ci ha colpito, e lo abbiamo portato all’attenzione dell’Aula consiliare, è il fatto che il legale rappresentante di un ente pubblico si permetta di interferire con la libera espressione dell’opinione di una forza politica rappresentata in Consiglio Grande e Generale.
Non riteniamo Banca Centrale esente da critiche per quanto accaduto prima del commissariamento di Banca CIS e per l’idea di seguire il percorso della legge sulle risoluzioni bancarie.
Il risultato è evidente: correntisti protetti fino a 100.000 euro e per il resto obbligazioni a tredici anni (3 + 10 per essere precisi), uno schiaffo in faccia rispetto ai correntisti di altri istituti di credito, ai clienti di finanziarie oggetto di risarcimento pubblico, a obbligazionisti subordinati risarciti con soldi pubblici subito.
Non serve essere degli stregoni per capire che si poteva evitare quanto accaduto. Gli interventi di BCSM prima dell’azione giudiziaria e della richiesta (non di BCSM) di commissariare Banca CIS; un gruppo bancario, quello di Banca CIS, costituito con l’autorizzazione di BCSM partendo dall’acquisizione del Credito Industriale Sammarinese da parte di Banca Partner e poi la successiva incorporazione dell’Euro Commercial Bank; finanziamenti concessi a Banca CIS durante la presidenza Tomasetti anche con il tentativo di coinvolgere il Congresso di Stato in compiti non suoi e con la modifica retroattiva di un verbale del Consiglio Direttivo da parte della stessa Tomasetti per rendere possibile uno di questi finanziamenti. Vicenda, quest’ultima, menzionata nella Relazione della Commissione d’Inchiesta su Banca CIS nel capitolo “Il verbale cambiato”, pag. 178-179.
Chi guida BCSM ha il timore che da un’attenta ricostruzione storica di quanto accaduto, finiti gli effetti del racconto mainstream alla base dell’accordo politico fra PDCS e Rete, qualcuno faccia finalmente i conti e valuti se l’atteggiamento tenuto dall’autorità di vigilanza sia stato adeguato e tempestivo per limitare gli effetti di questa ulteriore crisi bancaria?
A nostro giudizio si poteva e si doveva fare altro, anche seguendo le indicazioni del Fondo Monetario Internazionale espresse più volte.
Noi, e ci riferiamo a Repubblica Futura, non abbiamo mai detto o pensato di andare ad incontrare i vertici dei servizi segreti e i responsabili istituzionali di commissioni parlamentari. Non ci risulta che allora come oggi San Marino sia un protettorato italiano retto da qualche podestà.
Così come non si è mai visto una intensa attività politica del legale rappresentante di BCSM come quella di incontrare rappresentanti politici italiani in via del Voltone.
Repubblica Futura in questo quadro “inquietante” era un convenuto sgradito in quanto ha sempre espresso le sue opinioni e non ha mai accettato con subordinazione e deferenza i diktat del legale rappresentate di BCSM (celebre la lettera tirata in faccia a due membri di governo, oppure i balletti delle minacce di dimissioni).
Noi, a differenza di chi presiede BCSM, rispondiamo ai cittadini sia in posizioni di maggioranza come di minoranza, viviamo da sempre in questa millenaria Repubblica che amiamo, riteniamo vi debba essere un naturale rispetto fra Istituzioni ed Enti dello Stato. Rispetto e non deferenza o subordinazione, scambio di idee e non lettere con minacce di querela.
Se dobbiamo essere sinceri, e non ce ne voglia il capo di BCSM, è dal maggio 2018 che stiamo aspettando la firma del Memorandum con Banca d’Italia, l’avvio di un piano di ristrutturazione e consolidamento del settore finanziario, la riorganizzazione di BCSM secondo standard nuovi e moderni e in linea con le attuali dimensioni del settore finanziario.
Se il problema era il nostro movimento, che fra l’altro non ha mai avuto la delega della Segreteria di Stato per le Finanze, ci pare che ormai a tre anni dalla fine dell’esperienza di governo di Adesso.sm le cose non siano cambiate.
Comprendiamo la smania del Presidente di BCSM, in scadenza di mandato, di tentare di risalire il gradimento politico per avere altri cinque anni di riconferma a San Marino.
I cittadini e il settore bancario chiedono però i risultati che il Presidente BCSM non ha prodotto e ci riferiamo a Lei e non alla struttura che dovrebbe coordinare.
Repubblica Futura non si fa intimidire nell’esprimere giudizi, proporre iniziative politiche, sviluppare azioni che riteniamo possano essere utili allo sviluppo del settore finanziario. Su questo terreno siamo pronti al confronto e a offrire il nostro contributo di idee affinché si esca dallo stallo portato da atteggiamenti autoreferenziali, manifestati anche con le comunicazioni inviate dal Presidente di BCSM a Repubblica Futura.
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