Accordo UE: Banca Centrale cosa fa?

Accordo UE: Banca Centrale cosa fa?

Nel dicembre 2022 la Presidente di Banca Centrale, Catia Tomasetti, sottolineando gli eccellenti rapporti con la Banca Centrale Europea, affermava: “… per noi questa collaborazione con BCE, il fatto che BCE sia il nostro prestatore di ultima istanza, è una nota positiva, sotto molti punti di vista. Uno, perché conferma un rapporto stabilito, mantenuto e conservato; due, perché per gli investitori, sia del Paese, sia terzi, è un segnale di non isolamento del Paese e di supporto da parte di BCE, quindi di piena integrazione europea”.
Quindi, secondo la Tomasetti, eravamo già pienamente integrati in Europa.
Cosa è accaduto dal dicembre 2022? È accaduto che importanti autorità bancarie e finanziarie europee abbiano espresso una posizione ostile sul negoziato con l’UE che riguarda la nostra Repubblica, fatto sul quale Repubblica Futura manifesta una forte preoccupazione.
Serve chiarezza. Siamo stati e siamo pronti a fare squadra con il Segretario Beccari per difendere gli interessi e la reputazione di San Marino, ma per farlo serve condividere ogni informazione e una visione comune anche e specialmente sul sistema bancario e finanziario. Ci preoccupa molto che, a pochi mesi dalla fine del negoziato, ancora non si sia parlato dei temi bancari e finanziari in sede di trattativa.
E auspicheremmo che prima del termine anticipato di questa sgangherata e tribolata legislatura, i lavori avviati da Antonella Mularoni – che oltre a portare la Repubblica fuori dai guai prodotti dai governi degli anni novanta e dei primi anni duemila, ristabilì i rapporti con l’UE – lavori proseguiti da Pasquale Valentini e da Nicola Renzi, potessero finalmente concludersi.
Un percorso lungo, sviluppato in più legislature con differenti maggioranze politiche, che ora appare fortemente pregiudicato.
Cosa pensa la presidenza di BCSM di queste comunicazioni? Ne era a conoscenza? La forte collaborazione – così come veniva spacciata in via del Voltone – si concretizza nella posizione ostile di importanti autorità europee verso il sistema finanziario sammarinese? Siamo percepiti come un cavallo di Troia dal quale possono sbarcare forze capaci di contagiare il sistema finanziario europeo?
Noi qualche domanda ce la facciamo. La guida di BCSM è italiana, il Consiglio Direttivo non ha una maggioranza sammarinese come prevede la legge (due sammarinesi e due italiani residenti in Italia che sono anche cittadini comunitari); il Presidente scambia messaggi Whatsapp con i vertici della Guardia di Finanza, dice di parlare con i servizi segreti e la commissione antimafia italiani, ha ingaggiato in passato come consulente un luminare italiano in questioni comunitarie, viene dipinta coma una paladina che lotta contro una cricca affaristica di base in Lussemburgo: nonostante tutto questo, San Marino è considerato uno Stato canaglia? San Marino che utilizza l’euro, che ha aderito alle sanzioni UE verso la Russia, porta a casa questo misero risultato?
Non ci sembra normale e in tanti la pensano come noi.
Ma cosa pensa il Presidente di BCSM? Si è attivata per sostenere il governo e la Repubblica o sta solo preparando le carte per la campagna politico-giudiziaria di autunno lasciando il Segretario di Stato per gli Affari Esteri in perfetta solitudine e magari attivando modalità pre-elettorali come già accaduto nel 2019?
RF auspica – lo diciamo per chiarezza – che i processi sui disastri bancari possano celermente concludersi accertando le responsabilità, ma senza sconti come accaduto tristemente con il processo Mazzini.
Osserviamo però come il memorandum con Banca d’Italia sia sparito dagli schermi radar, il tema NPL sia fermo ai box, il dossier Carisp sembra partito verso strani lidi arabi e BSM sia alla prese con una questione fra Malta e Stati Uniti.
Elementi che pesano nelle lettere di Bruxelles? E che dire della trovata delle residenze fiscali?
Cosa ha fatto e cosa farà BCSM?
In attesa che gli anonimi menestrelli continuino a tessere le lodi della Presidente combattente conto lobbies e cricche, noi, che modestamente viviamo a San Marino e non a Roma, rileviamo quanto sia necessario darsi una mossa per esercitare pressioni a Bruxelles ed affermare pubblicamente che San Marino non è un cavallo di Troia.
Sperando solo che nei contenuti dei messaggi di WhatsApp – vedi Montenegro – non si dica addirittura il contrario.

Repubblica Futura
Membro dell’Associazione dei Liberali e Democratici Europei (ALDE)

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