I debiti del Governo

I debiti del Governo

1,25 miliardi di euro, pari all’83,38% del Pil: questo il dato del debito pubblico complessivo atteso a fine 2022 nel nostro Paese, dopo due anni di “cura” da parte di questo Governo. Il dato emerge in una tabella a pagina 77 del Programma Economico per il 2023, presentato dal Governo stesso.
Ma nella stessa tabella si vede un dato ancora più grave: anche senza considerare il titolo irredimibile (quello tramite cui lo Stato “regala” a Cassa di Risparmio 9 milioni di euro all’anno, abbinati ai circa 94 milioni recentemente erogati alla stessa Carisp sempre a debito da parte dello Stato, soldi con cui il CdA di Carisp si fa bello sui giornali dicendo che grazie a loro Carisp ha raggiunto l’utile di bilancio) ed escludendo pure i titoli della ex Banca Cis garantiti dallo Stato (ora diventati debito pubblico a tutti gli effetti, con un semplice articolo nella recente legge di assestamento di bilancio), il debito pubblico è salito dai 389 milioni circa del 2019 ai 631,5 milioni del 2022.
In altre parole, anche senza considerare il peso sul bilancio dello Stato delle due grandi crisi bancarie degli ultimi anni (Carisp e Cis), il debito è salito di 240 milioni circa nei due anni di attività di questa compagine governativa.
Il tutto mentre nel 2022 (lo si vede a pagina 81 del Programma Economico) le entrate tributarie più quelle extratributarie non riescono neanche a coprire la spesa corrente: se si aggiunge la spesa in conto capitale (essenziale per un Paese che voglia crescere), pari  66 milioni nel 2022, il disavanzo complessivo è di circa 70 milioni, e fa sì che ogni anno si continui ad incrementare il debito.
Infine il dato sulla liquidità, contenuto a pagina 81 del Programma Economico. Nonostante il super indebitamento di questi anni, al 31/5/22 la liquidità dello Stato è praticamente identica a quella del 31/5/19, segno inequivocabile di come il debito sia stato tutto sperperato ed utilizzato per pagare le spese correnti dello Stato.
Serve altro per dimostrare la disastrosa politica economica e finanziaria posta in essere da questi sprovveduti?
Siamo rimasti veramente basiti, davanti a questi dati drammatici, nel sentire le dichiarazioni del Segretario alle Finanze di qualche giorno fa quando, con la solita tranquillità (o incoscienza?), ha detto che forse già quest’anno verrà raggiunto il pareggio di bilancio perché le entrate stanno meglio del previsto. Probabilmente considera degli sprovveduti i propri concittadini, e spera che si possa loro raccontare che basti non considerare le spese in conto capitale per avere un bilancio in pareggio: purtroppo non è così, e gli artifizi contabili e linguistici non cambieranno la sostanza di un bilancio in profondo rosso e di un debito pubblico in aumento vertiginoso.
Tenendo conto che a breve bisognerà andare a rinnovare il debito in scadenza 2024, in una condizione di tassi crescenti e di spread in allargamento, con un rating sotto “l’investment grade” ed in queste condizioni finanziarie, tutto servirebbe tranne che questa approssimazione.
La verità è che, se andiamo avanti così, il prossimo Governo si troverà a gestire il default dello Stato, e dopo saranno veramente dolori
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