La nuova riforma della PA, addirittura peggio del Manuale Cencelli

La nuova riforma della PA, addirittura peggio del Manuale Cencelli

La nuova “riforma della Pa in salsa Tonnini” supera finalmente le logiche del vecchio caro Manuale Cencelli degli anni d’oro: basta spartizione dei posti sulla base del peso politico dei partiti di governo.
Oggi le logiche sono diverse, il governo ha deciso che si deve risparmiare e quindi verranno accorpati alcuni uffici e verranno eliminate alcune dirigenze.
A capo delle sezioni metteremo dei noni livelli.
Benissimo, quale miglior occasione per reimpiegare personale al nono livello, magari con pregresse esperienze dirigenziali ed abilitazione professionale, per rivestire un ruolo di cui c’è bisogno.
Due piccioni con una fava!
Oggi magari sono impiegati in alcuni uffici quali sovrannumerari a svolgere funzioni e mansioni non attinenti al proprio ruolo: otterremo un bel risparmio e finalmente cominceremmo a razionalizzare la vecchia PA.
Peccato però doversi svegliare da questo sogno. Il nuovo decreto emanato dal Governo senza alcun confronto, prevede infatti che i nuovi mega dirigenti possano attribuire funzioni di responsabile di sezione, o forse addirittura anche dirigenziali – quindi sicuramente di nono ma anche di decimo livello – a chi vogliono, sulla base di un contrattino che faranno a favore di un loro dipendente, a rigor di logica un ottavo livello.
Questo non è risparmio, questo è spendere due volte i soldi!
Questo è non utilizzare chi ha già esperienza e professionalità!
Questo è solo un meccanismo che fa rimpiangere il vecchio caro Manuale Cencelli. Una ristrettissima cricca affamata intende occupare tutto, sulla base della discrezionalità.
Così magari se qualcuno è già sui posti “di interesse” può essere in qualche modo allontanato, scoraggiato, isolato, invitato ad accedere ai prepensionamenti. E ancora: sulla base di quali principi si sceglie quali uffici accorpare e quali dirigenze fare sparire?
Insomma, siccome i posti dei dirigenti non bastano più e le esigenze sono tante, occorre occupare anche i noni e gli ottavi livelli. E occorre fare in fretta, non si può perdere tempo, non si sa mai cosa riserva lo scenario politico in fermento.
Abbiamo già assistito a concorsi dirigenziali ritagliati ad hoc, che casualmente poi alla fine vanno sempre come non dovrebbero andare, con escamotage di tutto rispetto che qualcuno nelle segrete stanze conosce bene come si elaborano.
Siamo partiti dal tribunale, passando per le dirigenze, arriveremo ad occupare fino i più bassi livelli della pubblica amministrazione, non si può più fare sconti a nessuno.
Insomma anche nella e sulla PA sembra essere in atto una vera e propria guerra, una guerra silenziosa, sotterranea, di posizione, di occupazione; ci sono personaggi nelle trincee col coltello fra i denti che strisciano per occupare ogni metro di territorio e piantare la bandierina, la loro e quella degli amici.
Non si può tollerare che un tema così delicato come quello della pubblica amministrazione sia trattato così, nel silenzio e nelle forti attenzioni di pochi, pochissimi, che credono di poterla gestire come fosse cosa loro.
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