I bandi di concorso della funzione pubblica

I bandi di concorso della funzione pubblica

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Alla luce di quanto sta emergendo relativamente ai bandi per la nomina del Dirigente dello Stato Civile e del Direttore dell’AASPL, viene da chiedersi con sempre più forza: il Direttore della Funzione Pubblica che cosa sta facendo?
Sul secondo bando abbiamo già detto di recente. È incredibile che la DGFP si sia prestata a “surrogare” il Consiglio di Amministrazione dell’Azienda di Produzione che non ha avuto il coraggio (o la forza, davanti ai voleri del Segretario Canti?) di svolgere il suo ruolo di gestione di una azienda autonoma (quale è appunto l’AASPL). Ancor più incredibile, poi, che abbia accettato senza battere ciglio i voleri del Segretario Canti, espressi chiaramente nella risposta ad una interpellanza di Repubblica Futura, di escludere dalla partecipazione al bando il precedente Direttore Matteo Casali, cacciato via senza motivazione alcuna con la sola “colpa” di non avere accettato supinamente le invadenze dello stesso Canti nella gestione amministrativa e tecnica dell’Azienda: senza alcuna logica né motivazione, è stato inserito nel bando un divieto di partecipazione per chi fosse stato in precedenza “toccato” da un provvedimento di mancato rinnovo, cioè sostanzialmente un divieto ad personam, sfacciatamente discrezionale.
Senza contare che la DGFP ha bandito questa selezione nella settimana di Ferragosto, con scadenza 2 Settembre: che senso ha una procedura così breve?
Non sarà che questo bando ha già un vincitore, magari proprio il “sostituto” che il Segretario Canti ha nominato al posto di Casali mentre usufruiva delle ferie maturate, e che quindi sia necessario far partecipare meno persone possibili?
Come non tornare, poi, sul tema del bando per il Dirigente dello Stato Civile? Lì il pastrocchio è stato incredibile. Il Direttore della Funzione Pubblica – Manuel Canti – prima decide di non far parte della Commissione d’Esame e nominare un suo sostituto (perché?), poi non si astiene dal compiere atti rispetto alle nomine del resto dei componenti di quella Commissione, e dei loro sostituti, e non si fa scrupoli a emettere provvedimenti di rigetto di ricorsi presentati da candidati rispetto alla composizione della Commissione, senza neppure darne motivazione (sulla base di supposti motivi d’urgenza, tutti da dimostrare). Non sappiamo come sia andato l’esame, ma molte circostanze avrebbero consigliato ben altro atteggiamento. Se infatti Manuel Canti avesse pensato di avere qualche motivo di incompatibilità, è evidente a tutti che tali motivi avrebbero richiesto non solo di non essere presente al concorso quale “esaminatore” ma dall’astenersi anche da ogni atto ad esso correlato (compresi ovviamente la stesura del bando, la scelta dei commissari e le relative risposte a ricusazioni e quant’altro).
I compiti della DGFP, sanciti nella legge del 2011, sono ambiziosi e importanti per una ristrutturazione vera della Pubblica Amministrazione: purtroppo, in tutti questi anni di gestione Manuel Canti, non abbiamo visto attuati quasi nulla di quegli ambiziosi obiettivi. In compenso, vediamo tanta attenzione alla “gestione” dei bandi di concorso, specialmente nell’ultimo periodo, in maniera tutt’altro che trasparente.
Forse è il caso di iniziare a riflettere sulla necessità di un cambio al vertice, dopo tanti anni. L’obbligo di rotazione, a parere di Repubblica Futura, deve diventare un’esigenza anche per questo ruolo, che al momento è l’unico escluso da questo dovere.
In tutte queste vicende, peraltro, spicca l’assenza del fantasma della Parva Domus, il Segretario Tonnini, che non vede, non sente e soprattutto non parla su tutto quello che sta accadendo. Nessuno ha ancora capito cosa stia facendo nel corso del suo mandato.

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