Il governo balneare

Il governo balneare

Sognare la morte – in senso metaforico – si dice allunghi la vita e il governo balneare è passato proprio da questo esercizio.
Con Rete in uscita dal governo, sono state allungate leggi, regolamenti e prassi come si fa con l’elastico delle mutande. Avanti tutta, con i reprobi retini che in Consiglio Grande e Generale sono trattati con i guanti bianchi dagli ex alleati.
Dai discorsi dei Segretari di Stato 2.0 – i reduci, così ci piace chiamarli – si scopre come per 48 mesi nel governo c’era chi non faceva fare, chi faceva le clientele, chi dormiva, chi viaggiava, chi metteva i like.
In pratica avete confermato quello che per 48 mesi abbiamo detto in tutte le salse e in tutte le occasioni. Ci avete sbeffeggiato, insultato, denunciato, irriso, e alla fine, quando sono volati gli stracci (un volo contenuto, non si sa mai, ci si può alleare ancora!), tutto è venuto a galla.
Il Paese, in ostaggio per 48 mesi di una maggioranza raccogliticcia, in perenne lite interna, con gruppi consiliari che si smontavano e rimontavano come i lego, è al punto di partenza.
Al netto delle chiacchere uso propaganda o degli appelli degli imprenditori – sempre gli stessi – o i silenzi dei sindacati, sulla lavagna rimangono “zero tituli”, per usare una metafora calcistica.
Zero riforme, zero progetti di sviluppo, cantieri fermi come la rotatoria di Borgo Maggiore, le infornate nella PA e i prossimi 12 mesi con un governo balneare che, fra annunci roboanti, si preannuncia come un disastro annunciato e con Rete impegnata a resettare la sua immagine e rilanciarla come anima libera per le prossime elezioni.
In tutto questo ci sono Segretari di Stato sorprendenti dai quali apprendiamo, dai loro interventi consiliari, le mirabolanti opere per questo ultimo scorcio di legislatura.
Luca Beccari ha suonato la campana dell’ultimo giro e qualche suo collega ha scambiato 12 mesi per 12 anni, scorrendo l’elenco delle leggi che intende portare all’approvazione.
Una rivoluzione da compiere attraverso la pausa estiva, la pausa di fine anno e una maggioranza incerottata tenuta in piedi da varia umanità che con indagini penali, debiti, festini e iniziative con imprenditori decaduti, non si è fatta mancare niente.
Come si possa rivoluzionare il settore dell’energia con AASS sul punto di implosione, è difficile da capire; quale impatto avrà la legge sui condomini nel settore immobiliare caratterizzato da affitti balzati alle stelle per le famiglie, mutui con tassi di interesse quasi a doppia cifra, un PRG bloccato, è un mistero.
Ma ci saranno le società benefit, ciliegina sulla torta del governo balneare. Siamo certi che nella gimkana fra CUP e COT, book PA, cantieri sulla super strada, mondezza in giro, i sammarinesi saranno in grado di capire il salto di qualità del governo 2.0 balneare.
Ammettiamo i nostri limiti, certe finezze non sono da tutti. Al pari delle capriole istituzionali fra liste, coalizioni e partiti di chi, entrato in politica come apprendista, in 48 mesi si muove scafato e con il pelo sullo stomaco dei politicanti di lungo corso.
La poltrona, l’agio nel sedersi, la gestione del potere, sono pericolose tentazioni e, nonostante si tenti di ammantare il governo balneare di significati potenti, quale quello della responsabilità, il risultato finale di questa operazione è solo nelle pericolose tentazioni.
Il Paese avrebbe necessità di qualcosa di più; ci rassegneremo a un’estate senza sole ma, almeno, con Amazon che (ri)consegna a San Marino senza bisogno degli annunci e degli interventi salvifici del Segretario di Stato in cloud.
Alla fine l’unica verità l’ha detta il capogruppo Mussoni: l’agenda del governo balneare sarà limitata a tre cose: l’accordo di associazione con l’Ue, l’assestamento di bilancio e il bilancio previsionale 2024. Le ultime due probabilmente – aggiungiamo con timore – dal marcato gusto elargitorio preelettorale, a spese delle generazioni future che pagheranno tutto a debito. Nient’altro. C’è poco da stare allegri.
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