Abbiamo bisogno di un paese che garantisca la certezza del diritto – Maria Katia Savoretti – 20.07.20

Abbiamo bisogno di un paese che garantisca la certezza del diritto – Maria Katia Savoretti – 20.07.20

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Prima di leggere il mio intervento vorrei dire due parole al Segretario di Stato Ciavatta che mi ha suscitato una risposta ascoltando il suo intervento.

Il Segretario parla di rispetto alle Istituzioni, di rispetto alla reggenza, sostenendo che non c’è stata da parte di qualche consigliere, mentre da parte sua sempre.

Io non sono abituata a fare attacchi personali, non mi appartengono ma sentire queste cose mi ha davvero dato fastidio. Vorrei quindi ricordare al Segretario che nella passata legislatura questo rispetto di cui lui parla non mi sembra ci sia stato nei confronti della Reggenza; non solo, vorrei anche sottolineare che nei tre anni che sono stata in Segreteria di Stato Affari Esteri non ho mai visto un membro del suo movimento venire a palazzo Begni a portare il saluto ai neoeletti Capitani Reggenti.

Come pure non vi ho mai visto partecipare a cerimonie istituzionali.

Quando si parla di istituzioni, le istituzioni fanno intese in senso complessivo.

 

Tornando al mio intervento, vorrei porre l’attenzione – e mi sembra alquanto doveroso visto quello che si sta verificando in questi giorni – sul tema della giustizia, una attenzione scaturita proprio in seguito alla riunione del Consiglio Giudiziario Plenario convocato nella giornata di lunedì scorso e a seguito anche della missiva a firma di alcuni giudici del nostro Tribunale letta nella mattinata di ieri dalla Reggenza in apertura di seduta consigliare.

 

Un tema quello della giustizia molto caldo, un tema che sta generando numerosi conflitti all’interno della stessa struttura e dell’apparato giudiziario, conflitti e malumori che certo non possiamo né trascurare e né sottovalutare come parlamentari.

 

Quello che si sta verificando non è certamente di ausilio e di supporto ad un paese come il nostro che al contrario avrebbe bisogno, come più volte dichiarato da tutte le forze politiche presenti in questo Parlamento, di una giustizia, più celere, più efficiente e più efficace.

Abbiamo bisogno di un paese che garantisca la certezza del diritto, di un paese dove il cittadino si senta tutelato, mentre ciò a cui assistiamo è l’opposto di quanto effettivamente la nostra Repubblica in questo momento necessita per rimettersi in careggiata.

 

E mi spiace ancora una volta ascoltare negli interventi fatti da alcuni consiglieri di maggioranza l’accanimento quasi esasperato nei confronti del precedente governo ed in particolare di Repubblica Futura, quando sappiamo bene tutti noi qui presenti che i mali che affliggono il nostro paese derivano da scelte adottate in tempi molto più lontani e non certo da scelte effettuate solo ed esclusivamente negli ultimi tre anni.

Quindi credo che  prima di fare certe affermazioni sarebbe opportuno farsi un qualche esame di coscienza, e soprattutto smettere di continuare ad accusare sempre gli altri di ciò che non funziona.

 

Oggi siamo qui in quest’aula consigliare per parlare di certe scelte, scelte adottate da chi governa e che stanno facendo solo del male al paese, e se da un lato c’è chi sostiene che sarebbe opportuno trovare, tra maggioranza ed opposizione una qualche forma di equilibrio e condivisione per affrontare insieme e uniti determinate e importanti questioni che affliggono il nostro paese dall’altra invece continuo ad assistere ad una vera e propria autodistruzione del paese.

 

 

La stessa missiva di cui ho accennato in premessa, inoltrata da 10 giudici al Segretario Generale del Consiglio d’Europa, ci pone come Stato in una posizione alquanto difficile e di imbarazzo, che dobbiamo assolutamente tenere in debito conto, poiché pone il nostro paese in una posizione di valutazione e  di attenzione da parte di organismi  internazionali, e questo mi preoccupa, mi preoccupa come consigliere e mi preoccupa come cittadina, perché ne va della nostra reputazione e libertà.

Però un passo indietro va assolutamente fatto per spiegare, a chi forse non ha ancora ben chiaro, cosa stia succedendo, ma cosa altrettanto ancora più necessaria è riuscire a capire, poiché al momento la questione rimane molto nebulosa, dove si vuole veramente arrivare.

Credo che certe decisioni debbano essere chiarite e per lo meno rese note a chi fuori da questa aula consigliare ci ascolta, visto che si sta mettendo in discussione e si sta distruggendo un paese e la sua credibilità.

Forse non ci rendiamo conto delle conseguenze che a livello di immagine il sistema paese sta subendo, dove abbiamo poteri che tra loro si scontrano e quanto si sta verificando nuoce gravemente a San Marino che ha necessità invece di ricostruire una propria identità di paese e una propria dignità per il futuro e la crescita.

 

Le scelte che la maggioranza ha fatto – e mi riferisco all’approvazione della legge qualificata la n. 1/2020 approvata con procedura d’urgenza nel mese di febbraio – sempre con un modus operandi accelerato, un modus operandi che la maggioranza ha fin da subito posto in essere dall’inizio della sua legislatura, e lo ricordiamo molto bene con la nomina dei membri del Collegio Garante.

Una legge portata in consiglio e approvata che è intervenuta sull’ordinamento giudiziario ovvero sulla composizione del Consiglio Giudiziario Plenario, senza indugio, ponendo con tutte le sue conseguenze, e tutti i risvolti che si stanno verificando,  in serie difficoltà un paese che già sta soffrendo abbastanza per una crisi economica e una emergenza sanitaria che lo ha messo a dura prova, e invece di creare condizioni nuove e alternative che possano dare nuova spinta e nuovi impulsi alla nostra piccola Repubblica, magari perché non, ragionando insieme quali possano essere le strade più corrette da percorrere, con determinate scelte chi governa sta distruggendo un paese che al contrario necessità di credibilità per poter risollevarsi e trovare un nuovo impulso per una nuova rivincita.

 

Tutto questo non si sta verificando.

Con la legge del 20 febbraio 2020 n. 1 sono state apportate modifiche di non poco conto, ricordiamo l’articolo 2 con cui è stato tolto il voto al Dirigente del Tribunale nel Consiglio Giudiziario plenario, è stato poi modificato il comma 5 dell’articolo 7 prevedendo l’interpretazione autentica dello stesso comma della legge 30 ottobre 2003 n.145 e successive modifiche;

 

Il Consiglio Giudiziario Plenario riunito in seduta plenaria è composto in via prioritaria dai Magistrati nominati a tempo indeterminato, vale a dire che abbiamo superato il periodo di prova. Solo qualora il numero dei magistrati a tempo indeterminato sia inferiore a quello degli altri componenti il Consiglio Giudiziario riunito in seduta plenaria è integrato sulla base degli altri criteri della legge.

 

 

Ma ciò non è stato sufficiente per la maggioranza che oltre alla interpretazione autentica avente lo scopo di attribuire retroattività alla legge, ha aggiunto di seguito, anche la modifica al quinto comma dell’articolo 7 della Legge Qualificata 30 ottobre 2003 n.145 e sue successive modifiche è così sostituito: andando di fatto a modificare la composizione del Consiglio Giudiziario plenario.

Il Consiglio Giudiziario in seduta plenaria è composto dai membri della Commissione Consiliare per gli Affari di Giustizia, dal Segretario di Stato per la Giustizia, dai Giudici per la Terza Istanza, da tre Giudici d’Appello, da cinque Commissari della Legge e dal Magistrato Dirigente. I Commissari della Legge ed i Giudici d’Appello sono individuati tra quelli confermati a tempo indeterminato preferendo quelli con maggior anzianità di servizio; in caso di pari anzianità di servizio prevarrà la maggior anzianità anagrafica. Qualora non vi siano tre Giudici d’Appello a tempo indeterminato, la composizione del Consiglio dovrà essere integrata dai Commissari della Legge confermati a tempo indeterminato. Il numero dei Magistrati con diritto di voto deve comunque essere sempre pari a quello degli altri componenti aventi diritto di voto. In mancanza di Magistrati confermati a tempo indeterminato il Consiglio viene integrato con Magistrati a tempo determinato preferendo quelli di pari grado, individuati secondo il criterio della maggior anzianità di ruolo, ovvero, in caso di pari anzianità, della maggior anzianità anagrafica.

Bene, vorrei precisare che con questa legge, nonostante avessimo più volte chiesto al Segretario di Stato alla Giustizia nella seduta in cui è stata approvata con procedura d’urgenza quali fossero gli effetti che la stessa avrebbe prodotto, lo stesso Segretario Ugolini ha più volte sottolineato di non saperlo e quindi di non essere in grado di rispondere, come pure è altrettanto affermazione non corretta e fuorviante dichiarare che tanto poi in ogni caso decideranno i giudici.

Oggi è altrettanto chiaro che la legge n.1/2020 avrebbe avuto effetti proprio retroattivi perché è quello lo scopo preciso che con tale legge si voleva raggiungere, ma tale legge non risulta essere stata applicata dai giudici come era stato affermato ma applicata dai politici che l’hanno voluta con lo scopo di cacciare e quindi eliminare qualche giudice forse scomodo, invece di preoccuparsi e ragionare come far funzionare nel migliore dei modi un tribunale, una giustizia, che ancora oggi mostra segni di lentezza e che non funziona come dovrebbe, dove ancora abbiamo cittadini in attesa di giudizio da oltre 10 anni.

Un paese così lento, con troppa burocrazia e poco efficiente, dal punto di vista della giustizia come più volete sostenuto continua ad essere un paese poco attrattivo da chi ci guarda oltre confine.

Mi rammarica ancora una volta assistere ad una precisa volontà di non volere fare ciò che è il bene del paese e quindi occuparsi delle priorità attraverso una buona politica e una buona gestione degli interessi collettivi e non di quelli personali.

 

La legge di interpretazione autentica come cosi dichiarata non è stata affatto applicata  da un giudice, nell’ambito di un procedimento ma inserita addirittura in un ordine del giorno del Consiglio Giudiziario Plenario, esattamente in quello convocato lunedì scorso proprio dallo stesso Segretario di Stato che a febbraio aveva dichiarato di non sapere quali effetti avrebbe avuto la legge,  un comma vero e proprio avente lo scopo molto chiaro di cacciare i due giudici vincitori del concorso dei giudici di appello, mandare a casa il Dirigente del tribunale, così come mandare a casa un Commissario della Legge, nominato Commissario un anno fa, dopo 10 anni di uditorato, come pure contestare la riconferma dei tre uditori Commissariali e del Procuratore del Fisco.

 

Al Segretario Lonfernini, vorrei invece ricordare che la nomina di un Dirigente esterno, non nasce con la legge del 2019, come da lui affermato nel suo intervento di ieri, ma dalla legge qualificata 2011/ n.2, una legge che disciplina espressamente al comma 2 dell’articolo 6 al comma 2 la possibilità di nominare quale dirigente una persona esterna alla magistratura sammarinese di chiarissima fama e comprovata esperienza… una legge approvata anche da chi oggi è in maggioranza e che continua a negarla e a volerla disconoscere.

 

Riportando l’attenzione su la legge 1/2020, non possiamo che affermare che, cosi come impostata sulla interpretazione autentica, ha un obiettivo ben preciso ed evidente a tutti, quello di annullare tutto quanto deciso in un determinato periodo, periodo in cui un determinato giudice il prof. Caprioli nominato Giudice di appello a fine 2017, era membro togato all’interno del Consiglio Giudiziario Plenario, lasso di tempo in cui sono state assunte determinate deliberazioni, ma ancora più assurdo come già affermato da altri consigliere di opposizione che mi hanno preceduto, e volere dichiarare nulle solo alcune delle deliberazioni assunte in quel periodo e non tutte.

Assurdo perché la logica vuole che se l’organismo è dichiarato illegittimo così come costituito devono essere dichiarate illegittime tutte le deliberazioni adottate, e non solo quelle che fanno comode a qualcuno, devono essere annullate tutte senza alcuna distinzione di oggetto.

 

La maggioranza ha pertanto approvato una legge che prevede che le norme precedenti vadano interpretate per comporre il Consiglio Giudiziario scegliendo giudici di grado inferiore se quelli di grado superiori non siano stati ancora confermati e quindi a tempo determinato.

Ciò evidenzia a chiare lettere che non si tratta di interpretazione autentica come viene sostenuto ma trattasi chiaramente di un cambiamento radicale di una legge già esistente e lo dimostra propria l’articolo così come scritto e approvato che fissa in maniera ben determinata la composizione del consiglio giudiziario plenario, evidenziando che la legge precedente non è in linea con quanto l’interpretazione autentica intende farle fare, e l’uso di questa formulazione è solo funzionale per renderla retroattiva e pertanto annullare tutto quanto fatto e deliberato fino ad oggi.

 

Abbiamo inoltre appreso dalla stampa che il Consiglio Giudiziario Ordinario è stato convocato solo nel mese di giugno, nonostante più volte ne sia stata sollecitata la convocazione e in quella occasione sono stati presentati anche due ordini del giorno che non sono stati messi a votazione.

In questo modo i togati, nonostante fosse una loro prerogativa, cosi come recita lo stesso comma 4 dell’articolo 7 della legge 2011 n.2, non sono stati messi nella condizione di poter fornire pareri e avanzare richieste, poiché la norma in oggetto, la legge n.1/2020, quando il Consiglio Giudiziario Ordinario si è riunito a giugno, era già stata esaminata e quindi approvata dal parlamento.

 

Quindi un parere sulla legge da parte dei magistrati noi non ce l’abbiamo o meglio non conoscevamo la loro opinione, se non fino alla lettura della missiva avvenuta nella mattinata di ieri.

Si sarebbero potuto evitare scontri e attacchi attraverso una condivisione ed un maggiore confronto tra i poteri dello stato.

Giusto le leggi le fa il Parlamento ma vorrei ricordare la condivisione che c’è sempre stata su tante leggi e norme che il nostro paese ha dovuto approvare per adeguarsi agli standard normativi.

Un confronto con la Magistratura credo si potesse fare.

 

Perché continuiamo a farci del male e continuiamo a distruggere un paese che già è al collasso?

Chi ci guarda da oltre confine non credo che si possa fare una buona opinione della nostra antica Repubblica, non possiamo poi lamentarci se non abbiamo investitori e se sui giornali o sulle trasmissioni televisive italiane i servizi riportati sono molto negativi.

Siamo noi i primi a danneggiare San Marino, siamo noi che non abbiamo ancora capito che le cose devono cambiare ma cambiare per il bene del paese e non per interessi personali.

 

Non dobbiamo poi dimenticare un’altra missiva pervenuta da alcuni ex membri del Collegio Garante della costituzionalità delle norme, datata 10 luglio 2020, con la quale 5 giudici hanno espresso le proprie e legittime preoccupazioni sulle scelte legislative fatte che rischiano, secondo il loro parere, di alterare fortemente i fondamentali principi dello stato di diritto della Repubblica di San Marino, e di ledere l’indipendenza della magistratura.

 

In un momento storico come quello che stiamo vivendo, sia come paese, sia come cittadini alle prese con difficili sfide, non dobbiamo assolutamente minare un terreno come quello del rispetto dei principi fondamentali della nostra costituzione, pertanto mi auguro che da parte della maggioranza si stia valutando con maggiore consapevolezza e con maggiore responsabilità ciò che effettivamente debba essere fatto per il bene della nostra Repubblica, alla quale io tengo molto.

 

Vorrei inoltre ribadire come ho fatto già in altre occasioni, visto che ogni tanto la questione viene tirata fuori, che i bandi per la nomina dei giudici di appello, sono stati entrambi, condivisi con i dirigenti di turno, e comunque sulla base di una precisa richiesta di necessità di nomina sottoscritta dagli stessi e sono state seguite tutte le procedure previste dalla legge così come si è proceduto anche alla divulgazione del bando sempre attraverso una attenta e precisa condivisione con i Dirigenti in carica, mentre si continua ancora a sostenere che le procedure adottate per la nomina di tali giudici sono da dichiarare illegittime.

 

Per concludere vorrei solo dire al Segretario di Stato alla Giustizia che sarebbe stato opportuno muoversi con l’acceleratore non solo su determinati temi ma avrebbe dovuto trovare fin da subito metodi e strategie per garantire al tribunale di continuare a funzionare in piena sicurezza ed ai processi di potersi comunque celebrare, anche durante il periodo Covid, invece di sigillarlo, bloccandone i processi. Ci si sarebbe dovuti preoccupare dell’attività del tribunale fin da subito e di garantire la certezza del diritto, cercando di porre finalmente fine ad una lentezza nei procedimenti e ad un arretrato davvero esagerato e inspiegabile, andare avanti con l’acceleratore solo su alcuni temi e su altri frenare non è la strada giusta per una maggiore efficienza del tribunale e della giustizia in generale.

 

Fino a quando gli interessi particolari di qualcuno prevarranno sugli interessi collettivi di tutti, non vedremo mai un Tribunale e una giustizia che lavori e che funzioni veramente.

Ma su questo tema evidentemente qualcuno ha le idee molto chiare, la politica, il Governo invece di portare avanti i processi, di fare funzionare la Giustizia e di garantire la certezza del diritto, preferisce fare crociate contro i giudici, contro l’operatività del tribunale, e contro il suo Dirigente.

Su ciò invece, per cui sarebbe veramente necessaria una forte, anzi fortissima accelerazione quale ad esempio, la definizione di un progetto complessivo per il paese, per il suo sistema finanziario, e al contempo anche per le riforme strutturali: tutto tace!

Il governo continuando ad operare in questo modo, senza risposte e senza scelte adeguate non farà altro che condannare il nostro paese ad andare alla deriva.

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