TELECOMUNICAZIONI: UN PILASTRO PER LA CRESCITA SOSTENIBILE DEL PAESE – 1° Parte –

TELECOMUNICAZIONI: UN PILASTRO PER LA CRESCITA SOSTENIBILE DEL PAESE – 1° Parte –

Nell’era digitale in cui viviamo, dove la condivisione dei dati è divenuta un fenomeno “social” attraverso piattaforme virtuali – che sono però divenute di fatto la sede del mercato reale – è indispensabile per ogni paese dotarsi di infrastrutture tecnologiche che possano soddisfare questa necessità.

Mi riferisco in particolare alle tecnologie legate all’informazione e alla comunicazione.

Oggigiorno i dispositivi di telefonia mobile sono diventati qualcosa di più che un semplice strumento per rintracciare o essere rintracciati: smartphones, tablet e phablet consentono l’accesso a qualunque tipo di informazione in qualsiasi momento e luogo e danno la possibilità ad imprese e professionisti di realizzare progetti, imbastire collaborazioni, fare riunioni e gestire stabilimenti produttivi in maniera totalmente decontestualizzata dai luoghi in cui determinati prodotti e servizi vengono fisicamente costruiti.

Fatte queste considerazioni che evidenziano l’importanza delle Telecomunicazioni, occorre descrivere quale sia il punto della situazione di queste infrastrutture a San Marino.

Il problema della scarsa ricezione radiomobile è ormai annoso e crea disagi non solo ai residenti ma anche alle aziende ed ai turisti. Una condizione non ideale a soddisfare le esigenze del mercato. Il Congresso di Stato fino al 2006 ha rilasciato le concessioni in materia di TLC in modo assolutamente discrezionale, con la possibilità di usufruire (a titolo gratuito) di immobili e terreni di proprietà dello Stato da parte di alcuni operatori, di disporre di tutti i siti radianti utili da parte di altri nonché la possibilità di erogare servizi diversi da operatore ad operatore.

Dal 2008 l’impegno primario della Segreteria alle Telecomunicazioni è stato quello di rinegoziare alla loro scadenza tutte le convenzioni in materia, con il fine di mettere tutti gli operatori sullo stesso piano in un’ottica di concorrenza leale. Va precisato che il Segretario alle Telecomunicazioni – incredibile ma vero! – non ha alcuna competenza nella concessione delle autorizzazioni necessarie alle installazioni dei siti radianti, competenza che è in capo alla Commissione per la Tutela Ambientale in cui siedono 4 Segretari di Stato ma non il Segretario alle TLC. E ad oggi senza antenne sufficienti in un territorio orograficamente conformato come quello sammarinese, non è possibile raggiungere standard accettabili.

Nella legislatura 2008-2012 il Segretario al Territorio Giancarlo Venturini, che condivideva con il Segretario agli Esteri la delega alle Telecomunicazioni e presiedeva la Commissione per la Tutela Ambientale, si rifiutò di dar corso alla concessione di nuovi siti radianti, ritenendo tale scelta impopolare visto il clamore e le proteste che destavano la nascita di ogni nuova antenna nel nostro Paese.

Nella legislatura che sta giungendo al termine il Governo, su proposta del Segretario al Territorio con delega alle Telecomunicazioni – Antonella Mularoni – in condivisione con tutta la maggioranza, ha optato per la realizzazione di uno studio preliminare per scegliere i migliori interventi infrastrutturali in grado di modernizzare il nostro Paese, compatibilmente con la salvaguardia eco-ambientale e della salute dei cittadini.

E’ nata così la collaborazione tra la Segreteria al Territorio (prima Matteo Fiorini poi Antonella Mularoni) con la società Polab, azienda italiana specializzata in consulenze tecnologiche per le amministrazioni pubbliche che ha fornito una relazione dettagliata sullo stato attuale e sulle soluzioni atte a soddisfare le esigenze succitate.

Tale relazione, condivisa dal Congresso di Stato e dalla maggioranza ed illustrata alla cittadinanza nel giugno 2015, in condizioni pertanto di totale trasparenza, ha previsto la costruzione di appositi tralicci (fino ad un massimo di 22, più o meno il numero di tralicci oggi presenti sul territorio), di proprietà dello Stato da situare nelle aree pubbliche più appropriate, su cui ospitare i ripetitori dei vari operatori di telefonia.
Questo intervento consentirebbe una ottimale copertura del segnale radiomobile e trasmissione dati; metterebbe ordine alla giungla di antenne private ora sparse anche su edifici privati o storici, ancor più in vista del rilascio delle licenze per il 4G; consentirebbe un facile e costante aggiornamento tecnologico dei ripetitori da parte delle aziende appaltatrici, senza oneri per lo Stato.

Il piano è stato adottato dal Congresso nell’estate 2015 e, prima di lasciare il Governo, il Segretario Mularoni ha portato a termine i processi autorizzativi e stanziato i fondi per la realizzazione dei primi 4 siti (a Rovereta, Montegiardino, Domagnano, Gualdicciolo), operazione che avrebbe offerto in pochi mesi, e con costi contenuti, tangibili benefici agli utenti.

Una parte della maggioranza, che prima aveva avvallato il progetto, lo ha messo in discussione in favore della scelta di installare microcelle diffuse sul territorio. Perché avanzare una simile proposta dopo aver investito denaro e risorse pubbliche in altra direzione? Sta di fatto che, durante l’ultimo Congresso di Stato prima dell’ordinaria amministrazione, si è attribuito all’AASS – con perfetto tempismo – il compito di portare avanti uno studio sulle microcelle che vada di pari passo con lo sviluppo della rete in fibra ottica già in corso. Quanto costerà questo cambio di passo? Quanto tempo ancora si dovrà attendere perché la telefonia mobile funzioni quando con l’installazione delle 4 nuove antenne previste si sarebbe potuto migliorare in maniera consistente il servizio di telefonia mobile e trasmissione dati in mobilità?

Sarebbe bene saperlo subito.

Repubblica Futura sostiene la scelta di una rete in fibra ottica di proprietà pubblica, elemento di sovranità e in grado di rappresentare per il futuro un fattore di competitività non da poco per l’erogazione di numerosissimi servizi. Ma anche questo progetto va portato avanti in assoluta trasparenza e vanno resi pubblici scelte tecniche e costi, anche al fine di valutare correttamente il rapporto costi-benefici a fronte di diverse soluzioni possibili. Su questo dobbiamo purtroppo registrare sino ad oggi poca trasparenza e informazione da parte dell’AASS anche e soprattutto rispetto alle sedi politiche.

Alla luce di questo doverosa esposizione storica, si può intuire quanto ostruzionismo e politiche poco attente alle esigenze della collettività abbiano creato difficoltà allo sviluppo di un settore tanto strategico per la nostra economia.

Fabio Toccaceli

Repubblica Futura

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