Poltrone alla deriva

Poltrone alla deriva

Comunicati Stampa, News
Il Governo è caduto o no? È l’interrogativo di tanti sammarinesi. È possibile che quel che resta della maggioranza tiri avanti come se nulla fosse? A ripensare all’avvio della passata legislatura, quando l’allora opposizione ha gridato ininterrottamente per più di un anno che il Governo regolarmente insediato dopo un ballottaggio, nel pieno rispetto della legge, fosse illegittimo, vien quasi da ridere o da arrabbiarsi, e molto.
Sulle panzane costruite sulla vecchia legge elettorale, l’attuale maggioranza, con un ruolo principale di Rete, fece la grande battaglia del referendum sulla legge elettorale (che altro non era se non il tentativo – riuscito – di far cadere un Governo). Poco male, in politica succede. Il referendum per la “rappresentatività” è stato vinto; il Governo di allora è caduto; si è fatta una nuova legge elettorale che ora, a detta di tutti, è un enorme pastrocchio che non dice neppure chiaramente se l’attuale Governo possa restare in carica o no.
Non vogliamo addentrarci nelle interpretazioni da costituzionalisti (in giro, di nostrani, ce ne sono già troppi e ci pare giochino a chi la spara più grossa); vogliamo solo rammentare pacatamente quale è il messaggio che si lancia ai sammarinesi. Avete creduto alla fandonia del referendum? Avete creduto alla rappresentatività? Bravi: noi facciamo come ci pare, sembra dire la maggioranza.
Rappresentatività, infatti, sono anche le coalizioni, come quella tra Motus Liberi e Rete, che evidentemente era solo un tandem elettorale per arrivare al governo. Poi quando uno dei due, Rete, si defila, gli altri, Motus, ovviamente rimangono lì. Rappresentatività era il fatto che, non essendoci più un ballottaggio, 35 consiglieri fossero la soglia minima per formare un governo; ora 35 non ci sono più ma chissenefrega, pare dire ancora la maggioranza o quel che ne resta. Rappresentatività era – crediamo – cercare di contenere i vari trasformismi… alla faccia! Basta guardare il listone elettorale di NPR, articolato in miriadi di sigle e di nuovi partiti, al punto che addirittura un partito che ne fa parte, il Partito Socialista, ha dovuto prendere a più riprese carta e penna per denunciare come consiglieri eletti con il suo simbolo sono allegramente trasmigrati, non in un altro gruppo consiliare ma in un altro partito. Robe da cinema, davvero, da fantascienza… ma pare andare tutto bene.
E sinceramente il mistero più grande è lo scopo, l’obiettivo che questo Governo moribondo si prefigge. Dopo i mirabolanti incontri con Sindacati ed Organizzazioni di categoria, è emerso il cahiers de doléances, o meglio, la lista della spesa di richieste, peraltro tutte più che legittime ed alquanto datate; richieste alle quali evidentemente questo meraviglioso Governo che non vuol morire non ha dato alcuna risposta in ormai quattro anni, visto che le cose da fare permangono, intatte e sempre più urgenti.
Bene. Scordata la “rappresentatività”, morte e sepolte le coalizioni, sdoganato definitivamente il trasformismo (vedremo, pare, addirittura un super salto carpiato di un Consigliere da Rete alla DC!), messo tra parentesi il rispetto delle leggi (tanto è il Congresso di Stato a decidere se può andare avanti e figuriamoci se dicono di no!), almeno questo Governo traballante risponda ad una domanda: cosa vuole fare nei mesi che gli restano davanti?
Lo dica chiaramente al Consiglio Grande e Generale, ai Sindacati, alle Categorie e soprattutto ai sammarinesi!
Noi siamo davvero curiosi di vedere tra IVA, IGR, San Marino 2030, Aquila, Amazon, Riforma del Lavoro e chi più ne ha più ne metta, quale sarà la prima iniziativa da realizzare. Siamo un po’ pessimisti e crediamo che di una sola fra quelle elencate il Governo continuerà a fare quel che gli viene meglio, tirare a campare… e purtroppo saranno dolori per tutti.
Repubblica Futura
Membro dello IED (Istituto dei Democratici Europei)
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