Il caro estinto

Il caro estinto

News

A quanto sembra il cosiddetto “cambio di passo” ha già portato ad alcuni cambiamenti sostanziali.

Uno dei più evidenti è l’estinzione del bando di concorso, inteso come lo strumento concepito per selezionare le persone che dovranno ricoprire incarichi nell’Amministrazione dello Stato.

La pantomima indecorosa scatenata attorno alla semplice presa d’atto del concorso di nomina di due giudici d’appello, in sostituzione di altri giudici venuti meno e quanto mai necessari per garantire l’operatività del Tribunale, è emblematica.

Il Consiglio Grande e Generale doveva prendere atto della graduatoria scaturita dal concorso. Prima l’opposizione ha sostenuto che la presa d’atto non doveva essere inserita nell’ordine del giorno del Consiglio perché atto non prioritario cioè non importante. Poi, dinnanzi al ridicolo nell’averlo definito tale, ha pensato bene di affermare che siccome era importante, avrebbe dovuto pensarci il prossimo governo a nominare i giudici con la conseguenza – diciamo noi senza paura di essere smentiti – di un ritorno all’indietro, ai tempi molto bene descritti nella sentenza di condanna in primo grado del processo Mazzini, che rischia di non essere celebrato in sede di appello proprio in virtù di tali irresponsabili comportamenti. Tutto questo condito con infiniti ostruzionismi.

Infine, poiché la presa d’atto – che non prevede alcuna votazione dal momento che non è più il Consiglio Grande e Generale a nominare i giudici – è stata comunque inserita nel decreto di scioglimento del Consiglio Grande e Generale fra le materie tassativamente da esaminare, è magicamente comparso un “ricorso d’annullamento” quanto mai anomalo. Questo presunto “ricorso” è stato indirizzato alla Reggenza, che da tempo non ha più funzioni giurisdizionali nel nostro ordinamento e quindi avrebbe dovuto essere dichiarato irricevibile. Poco importa che in tale “ricorso” l’estensore avanzi le proprie personali pulci ad uno dei vincitori del concorso ma non all’altro; ancora meno che siano passati mesi prima di segnalare improbabili irregolarità. Resta il fatto che finché non si completano le procedure previste e regolate per legge, non si hanno vincitori ufficiali e dunque non si comprende quali possano essere i presupposti per un “ricorso” del genere.

Evidentemente, quando certi risultati non sono graditi, c’è chi pensa che spetti alla politica – o a certi personaggi di corso non onorato – nominare i giudici in barba alle leggi.

Per evitare in anticipo problemi di questo tipo, colui che nei lunghi anni della propria militanza politica ha fornito grande prova di sé in materia di piano regolatore, di asfalti, di marciapiedi e di graduatorie, sembra abbia fortemente suggerito – a scanso di fastidi – di non fare i concorsi per il nuovo dirigente di anestesia e per quello del servizio minori. L’attuale segretario di Stato alla Sanità, molto ligio al “cambio di passo”, non ha eccepito. Qualche altro logoro personaggio, che in passato ha ampiamente galleggiato in questi maneggi, è prontamente corso a sostegno del monarca degli asfalti.

Insomma, dopo che qualcuno ha staccato la spina al governo si corre velocemente verso la restaurazione. Una delle prime vittime, il primo “caro estinto”, è proprio il bando di concorso per giudici e dirigenti dell’Iss.

Articolo precedente
Considerazioni sulla Politica con la P maiuscola
Articolo successivo
La scelta di RF

keyboard_arrow_up