DES RITIRATO!!!!!

La farsa sul DES
Il DES è l’ultimo capitolo di una farsa politica ormai precipitata nel grottesco. Il tentativo di regalare il Paese ad un cavaliere – bianco o nero non si sa – è abortito alla vigilia della Commissione Finanze che avrebbe dovuto sancirne le tante pretese. Non certo un progetto trasparente di investimento estero, che sarebbe molto opportuno, ma ben altro. Dopo le innumerevoli critiche giunte da più parti, la maggioranza si è dissolta, perfino con il risibile tentativo di un gruppo di trasformare la questione in un problema etico, con tanto di libertà di voto ai singoli consiglieri. Il progetto del DES è stato “momentaneamente” ritirato.
Abbiamo un Paese con un bilancio tecnicamente fallito, con un debito pubblico di oltre 40.000 euro per ogni sammarinese, senza uno straccio di idea su come ripagarlo.
Abbiamo una sanità allo sbando in cui si vagheggia di nuovi ospedali a suon di costosissime consulenze mentre quello attuale è in caduta libera, con la medicina sul territorio completamente snaturata e le processioni di sammarinesi che si recano fuori territorio.
Le Azienda Autonome sono in perenne stato di confusione, ormai colonizzate dai Segretari di Stato come orticelli privati, con esiti operativi ed amministravi avvilenti.
Il Segretario al Territorio ha cassato un piano regolatore di qualità per correre dietro alle clientele stile anni Novanta. Si è incapaci di organizzare decentemente lo sgombero della neve, di raccogliere l’immondizia, di organizzare la lettura delle bollette e di ogni intervento che richieda un minimo di perizia e preparazione
Si è incapaci di mettere in campo una politica sociale in grado di contrastare il calo demografico, salvo chiudere i plessi scolastici, oltretutto quelli sbagliati.
Si è incapaci di qualsiasi intervento di contenimento della spesa nella pubblica amministrazione con l’aggravante della lunga coda di assunzioni in atto, spesso di amici e parenti e di persone gradite ai padroni del vapore.
Non si riesce a mettere in campo una politica di sviluppo del Paese, anzi, con gli interventi sugli amministratori, sulla legge sulle società ed orpelli vari, si complica la vita a chi fa impresa. Si è incapaci di mettere in campo una qualsiasi delle riforme necessarie per il futuro della Repubblica.
Vi è un’ assoluta incapacità di ascolto e di confronto da parte del governo, come ormai periodicamente attestato dalle organizzazioni sindacali, di categoria e professionali.
Una maggioranza di 42 consiglieri non riesce ad assicurare nemmeno il numero legale alle sedute del Consiglio Grande e Generale e si fa sistematicamente scavalcare dai vari Segretari di Stato a colpi di decreti, che ormai sono diventati l’anormale normalità dell’attività legislativa. Scritti, oltretutto, quasi sempre male con la necessità di continue correzioni ex post. La trasparenza nell’attività del governo non c’è, alla faccia delle tante prediche elargite nell’ultima legislatura dagli esponenti dell’attuale maggioranza e governo. Debiti e contratti segreti sono la norma, nascosti perfino ai Consiglieri di maggioranza. Per buon conto il presidente della Commissione Finanze, Mancini, si rifiuta – con la complicità dei colleghi di maggioranza – di rendere noti i suoi debiti, in spregio al codice di condotta votato da tutti che aveva lo scopo di evitare conflitti d’interesse.
Non c’è l’accordo con l’Unione Europea, non c’è l’accordo con Banca d’Italia, non c’è una rinegoziazione degli accordi di buon vicinato con l’Italia. Ci sono invece le bacchettate, ormai ricorrenti, di organismi internazionali su comportamenti biasimevoli spacciate per incredibili riconoscimenti.
L’unico intervento portato “brillantemente” a termine è stato la “terra da ceci” in Tribunale, così come puntualmente anticipato da Gabriele Gatti prima dell’insediamento dell’attuale governo che si dice sia stato formato nell’ufficio del magistrato Pierfelici, tanto per sottolineare il principio della separazione dei poteri. Il processo Conto Mazzini è stato vanificato ed in Tribunale ci finiscono unicamente coloro i quali osano criticare il governo.
Era dal crepuscolo dei lontani anni novanta che non si assisteva ad una deriva morale e politica di queste dimensioni. Eppure, Segretari di Stato e Consiglieri di maggioranza rimangono tenacemente attaccati alle proprie poltrone e prebende, con la ridicola giustificazione di “senso di responsabilità” verso il Paese.
Quanto dovrà ancora continuare questa tragedia politica ormai diventata grottesca farsa, con danni incalcolabili per la Repubblica di San Marino?
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