Cosa rimane del 2022?

Cosa rimane del 2022?

Comunicati Stampa, News
Il 2022 si è chiuso molto sotto tono per governo e maggioranza.
Messe per ora nel cassetto la grana DES e la sostituzione di Giacomo Volpinari in BCSM, il governo ha spento i fuochi pubblici di Capodanno lasciando ai cittadini campo libero per festeggiare l’arrivo del 2023.
È l’incipit del governo, ostaggio di 44 consiglieri di maggioranza e di accoliti, consulenti, amici, sodali, parenti incollati nelle segreterie di Stato, uffici dell’amministrazione, enti pubblici, enti partecipati dallo Stato.
Se doveva essere la legislatura della svolta è evidente come i cittadini abbiano assistito solo a tre anni di grandi abbuffate.
Trasferte, feste, selfie, strafalcioni, gaffe, cotillon, con la politica che è diventata ragione di vita e di sussistenza economica. Infatti, scorrendo le dichiarazioni dei redditi di alcuni membri del Consiglio Grande e Generale, molti cittadini sono rimasti perplessi di fonte a condizioni da vero e proprio “reddito di cittadinanza”.
È normale?
La gente se lo chiede sottovoce per paura di denunce e vendette, specialità della casa degli attuali padroni del vapore.
Bollette e inflazione alle stelle, debiti e consulenze, litigi ogni due provvedimenti su tre: pazienza se governo e maggioranza sono in tilt ma arrivare al 2024 è un imperativo categorico perché significa altri 24 mesi di stipendi, emolumenti, gettoni, viaggi.
Poi scoppia il caso del signor “prima si stava bene”. Forse qualcuno pensava di adottare un codice deontologico e poi metterlo sotto sale.
Ma i nodi prima o poi vengono al pettine anche nella maggioranza della non trasparenza.
Il Presidente della Commissione Consiliare Finanze ha sofferenze bancarie personali e, pare, anche altre (non dichiarate!!) per partecipazioni societarie e una dichiarazione dei redditi su cui è meglio sorvolare.
Celebre il suo video elettorale in stile patinato in cui spiegava ai cittadini che, votandolo, sarebbero ritornati all’antico benessere.
In 36 mesi di governo di quelli che “si stava meglio prima”, a parte i debiti, la terra da ceci in Tribunale, le promesse del nuovo ospedale, i festini in via Giacomini, i finti incendi nelle Segreterie di Stato, gli scandali a Palazzo per le cerniere rotte, cosa ricordiamo?
Il 2023 inizia in questa condizione penosa, con una situazione economica nazionale preoccupante e con uno scenario internazionale complesso.
AASS è sull’orlo del fallimento, l’inflazione a doppia cifra, altro debito estero da collocare per pagare quello fatto nel 2021 e più si protrae questa condizione, più aumentano i rischi per cittadini e imprese.
Repubblica Futura non da giudizi morali, siamo orgogliosamente diversi da quelli del “si stava meglio ai tempi di Gatti e Stolfi” o da gli ex cultori della decrescita felice che hanno raggiunto il ben pagato governo con il discredito, la menzogna e la sistematica denigrazione personale degli avversari.
Dove sono finiti di fronte agli sperperi della politica, alle zip che si abbassano o si alzano a Palazzo, alle feste show e alle gite dei Segretari di Stato e affini?
RF ricorda ai membri di maggioranza (solo a quelli responsabili e liberi da condizionamenti economici) che uno scatto di orgoglio e di dignità rappresentano l’ultima spiaggia per restituire credibilità alla loro presenza nelle istituzioni. Il Paese e la gente lo meritano.
I buoni propositi del governo per il 2023 sono l’ultima utopia servita ai cittadini prima di affondare in un mare di debiti e di sceneggiate pietose di chi vede nella politica solo una fonte di sopravvivenza personale e l’affermazione del proprio “ego” quando non si hanno né professione né titoli di studio da spendere.
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