Assestamento di Bilancio: quante incognite! Katia Savoretti – CGG del 28.05.20

Assestamento di Bilancio: quante incognite! Katia Savoretti – CGG del 28.05.20

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L’assestamento di Bilancio che stiamo affrontando in questo comma ci preoccupa molto come forza politica; tali preoccupazioni le abbiamo riscontrate anche da parte di qualche associazione sindacale in occasione di un incontro avvenuto durante la scorsa sezione consigliare con le quali abbiamo evidenziato punti comuni di preoccupazione sull’impostazione data a questa legge di assestamento di bilancio, una legge, in sostanza, composta di 5 articoli che costituiscono un vero e proprio colpo per il  nostro paese.

L’articolo 1 su Cassa di Risparmio e la possibile cartolarizzazione degli attivi patrimoniali di Carisp ci lascia molto perplessi perché non sappiamo e non conosciamo a cosa voglia precludere, non esiste infatti un progetto generale che sia stato condiviso e sul quale ci sia stato confronto.

In riferimento all’articolo 2 sull’acquisto di BNS, dove l’acquisto  piuttosto che farlo simbolico viene fatto nominale – e noi non sappiamo oggi quanto valgono le azioni  di BNS – le nostre preoccupazioni sono forti anche perché del progetto degli Npl il Segretario di Stato Gatti si era impegnato a riferire in Commissione Finanze entro il mese di  maggio, cosa che mi risulta non essere avvenuta, e vorrei comunque sottolineare che il progetto Npl è un progetto da non sottovalutare ma un progetto di estrema importanza per il nostro paese, fondamentale ma che può presentare anche notevoli rischi che devono assolutamente essere evitati, ma ad oggi tutto tace e noi non sappiamo nulla e soprattutto non sappiamo quali siano le intenzioni del Governo.

 

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L’articolo 4 sulla rappresentatività costituisce inoltre un passo indietro, viene smantellato ciò che secondo noi era una cosa positiva e buona per il nostro paese.

Con la parola rappresentatività, il Governo vuole in realtà annullare tutti i CDA, gli organi di controllo e di direzione delle partecipate dello Stato e il motivo è molto chiaro, l’obiettivo è quello di metterci persone proprie, benissimo è ovvio che ci devono essere persone di fiducia, certo la fiducia è importante ma non è possibile fare tabula rasa di tutti gli organi delle aziende partecipate dello stato e mettere persone pro tempore che vengono dalla maggioranza, dovrebbe esserci maggiore autonomia tra politica e amministrazione. Questo modus operandi che vuole portare avanti il Governo e la maggioranza non fa certo bene al paese, soprattutto per chi ci osserva da oltre confini.

Decidere che ad ogni legislatura nuova gli organi direttivi nominati precedentemente debbano andare a casa e quindi revocati non aiuta e non da continuità all’attività vera e propria. Al contrario ne rallenta e ne danneggia l’operatività.

Un paese serio e responsabile deve andare al di là dei governi che passano, e delle legislature che si susseguono se vuole presentarsi bene verso l’esterno.

 

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L’articolo 5, poi scusate ma grida vendetta: è veramente palese un passo indietro di qualcuno che oggi è in maggioranza e al Governo e che all’epoca ha fatto di tutto perché fosse introdotto, con il referendum del 2016, il tetto indistinto di 100.000 euro lordi l’anno.

La nostra forza politica ha sempre espresso contrarietà al tetto degli stipendi perché convinti – e lo siamo tuttora – che avrebbe palesato gravi problemi per il nostro paese.

  • Avrebbe reso impossibile competere con le retribuzioni erogate in Italia e altrove, in relazione a certe tipologie professionali.
  • Avrebbe comportato un progressivo impoverimento delle professionalità e della qualità delle prestazioni.
  • Avrebbe creato disparità retributive discriminatorie e difficilmente giustificabili fra figure che svolgono le medesime prestazioni professionali.

Applicando tale tetto, si prescinde completamente da valutazioni di merito secondo cui le retribuzioni vanno commisurate ai titoli, alle capacità, alle responsabilità attinenti al ruolo professionale ricoperto e ai risultati raggiunti.

 

Il quesito recitava: “Volete che la retribuzione del personale dipendente dello Stato, di Enti Statali o comunque a partecipazione statale, Aziende Autonome di Stato, Istituto per la Sicurezza Sociale, Tribunale Unico, Banca Centrale della Repubblica, comprese le posizioni apicali di tali Enti, non superi euro centomila?

Questa posizione o meglio questo voler tornare indietro lascia intendere che ci sia qualcuno che debba essere trattato diversamente e che non si accontenta del tetto dei 100 mila euro?

Il fatto assurdo è che con questa legge si va ad annullare e pertanto si va a cancellare un referendum e di conseguenza certe scelte fatte in passato da un paese.

Non solo sembra proprio contraddittorio in un momento come quello che stiamo vivendo dove abbiamo dovuto fare tanti sacrifici con tagli alle pensioni, agli stipendi, Cassa Integrazione, e  quindi quando la maggioranza nei suoi interventi ha sempre sostenuto che noi non ci rendiamo conto di dove siamo vissuti in questi 3 mesi, io credo invece che abbiamo capito tutti e in maniera molto chiara che certe cose vengano dette sempre e solo quando fa comodo.

Qua ci troviamo di fronte ad una decisione a senso unico per cui  quanto dichiarato fino a ieri, oggi non vale più.

E se da un lato siamo stati sempre contrari al tetto degli stipendi, come forza politica  siamo sempre stati favorevoli a reperire risorse finanziarie e liquidità, per sostenere il nostro paese, anche in passato quando non tutti invece lo erano, anzi criticavano la nostra posizione.

Riteniamo invece che sia positiva la ricerca di un finanziamento per la ripresa e il rilancio dell’economia del nostro paese, ma è altrettanto chiaro che oggi con l’articolo 3 del progetto di legge in discussione ci troviamo di fronte ad una cifra importante e altresì possiamo confermare che è positivo se la cifra serve per sostenere l’economia, il sistema bancario e finanziario, ma se lo si chiede per sostenere il deficit di bilancio è cosa diversa, e la frase inserita nell’articolo 3  “alla copertura dei disavanzi di bilancio” è molto pericolosa;

Inoltre non vediamo interventi a sostegno delle imprese, imprese già messe a dura prova in questi mesi e sicuramente dopo l’estate ancora più in difficoltà quando saranno a rischio licenziamenti e chiusura, le stesse associazioni di categoria lo hanno evidenziato in diversi comunicati.

Con questo articolo pertanto ci troviamo di fronte ad una vera e propria delega in bianco, del governo, quando invece certe scelte, scelte serie come questa, debbano essere condivise e discusse tutti insieme, senza pregiudizi e preconcetti, cosa che al contrario non è avvenuta.

Il governo con questa legge una volta approvata potrà stipulare accordi con chi vuole senza alcun tipo di controllo.

La domanda che poniamo è: dove le reperite queste risorse? si parla di 500 milioni di euro, siamo curiosi di capire con chi si firma per reperire questo denaro.

I Segretari di Stato in questi mesi ci avevano detto che non volevano rivolgersi a certi paesi, perché non geopoliticamente corretto, poi che i soldi sarebbero arrivati dall’unione europea, poi dall’Italia, dall’Unione Europea attraverso l’Italia e poi tramite Banca d’Italia, e il fondo monetario cosa ne pensa? è stato interpellato? Sarebbe importante saperlo.

Rimangono ancora tante incognite e tanti interrogativi senza risposta!

Crediamo sia lecito interrogare il governo per conoscere quali sia il progetto complessivo di cosa effettivamente faremo con questi soldi, proprio perché non è assolutamente chiaro.

Tanti interrogativi ci poniamo che rimangono senza risposta, l’unica cosa che certa è che in questo assestamento di bilancio il Governo sta per concretizzare un indebitamento per 500 milioni di euro.

 

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