Matteo Pelliccioni: la sanità non può essere trattata con sufficienza o pregiudizio

Matteo Pelliccioni: la sanità non può essere trattata con sufficienza o pregiudizio

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Sono Matteo Pelliccioni, ho 37 anni, sono un padre di famiglia e appassionato di sport motoristici.

Mi sono laureato in Tecniche di Radiologia Medica nel 2005 e nel 2018 ho conseguito la laurea magistrale con lode.

La Sanità è un argomento che, per la sua caratteristica di tutela della salute pubblica, non può e non deve essere trattato con sufficienza, pregiudizio o incompetenza.

La situazione dei medici sammarinesi è stata ben spiegata dalla dottoressa Farinelli in un suo recente articolo, al quale aggiungo le mie considerazioni.

Secondo uno studio pubblicato su quotidiano sanità si evince che “tra il 2018 e il 2025 dei circa 105.000 medici specialisti attualmente impiegati nella sanità pubblica ne potrebbero andare in pensione circa la metà: 52.500. Un esodo biblico che richiede interventi immediati e fortemente innovativi per attenuarne le conseguenze sulla quantità e qualità dei servizi erogati ai cittadini. Del resto siamo di fronte ad una popolazione di professionisti particolarmente invecchiata a causa del blocco del turnover.”

Relativamente al contesto emiliano-romagnolo, “In Emilia Romagna, secondo le nostre stime, è previsto un ammanco netto di 597 medici al 2025. Le carenze principali riguarderanno la cardiologia, con un ammanco di 145 unità, la pediatria con 95, la psichiatria con 93, la radiodiagnostica con 91, la medicina dell’emergenza e urgenza con 76 e la medicina interna con ben 238 medici.”

L’Italia ancora non sta correndo ai ripari aumentando i posti nelle scuole di specializzazione, ma solo aprendo i concorsi a tempo indeterminato anche ai medici attualmente specializzandi.

Questo significa che un medico che sta frequentando la scuola di specializzazione, ha la certezza di avere un posto a tempo indeterminato non appena conclude il suo percorso formativo. Non esiste un’altra professione che possa dare questa certezza.

Di fronte a questa situazione è stata emanata la legge sulla dirigenza medica che non ha recepito tutte le raccomandazioni che l’ASMO (associazione dei medici ospedalieri) ha fornito. Occorre quindi una revisione della legge con particolare riguardo ai dati sopra menzionati.

La sanità non è fatta da soli medici, ma anche da un importante “esercito” di professionisti come infermieri, ostetriche, tecnici di radiologia e laboratorio per citarne solo qualcuna delle 22 professioni, che sono così bistrattate dalle normative sammarinesi che l’unica norma che parla di Corpo Sanitario (il Decreto 153 del 1991) prevede che solo medici, farmacisti e veterinari facciano parte del Corpo Sanitario.

L’Italia ha istituito e normato le classi di laurea di primo livello dal 2001. Queste professioni sono passate quindi, dall’essere “ausiliarie” alla professione medica, quindi di natura tecnica, all’essere professioni di natura intellettuale, dotate quindi di autonomia professionale e responsabilità.

Ho personalmente presentato una istanza d’Arengo per l’inserimento dei professionisti sanitari laureati nel Corpo Sanitario dell’ISS, è stata accolta e dovrà essere discussa nel prossimo semestre reggenziale dal nuovo Consiglio. Spero di poter dare il mio contributo direttamente da dentro il consiglio.

Le professioni sanitarie stanno subendo una profonda riorganizzazione in Italia che sta superando il problema della frammentazione riunendole in tre ordini professionali: quello degli infermieri, quello delle ostetriche e quello delle professioni tecniche diagnostiche riabilitative e della prevenzione. A questi albi è obbligatorio iscriversi per poter esercitare la professione. Gli albi quindi detengono un “database” dei professionisti al quale tutti i cittadini possono accedere online per verificare la posizione di ogni professionista. E’ però impossibile per i professionisti non medici iscriversi agli ordini italiani dal 2014 perché un requisito fondamentale per l’iscrizione è la residenza in Italia.

E’ necessario istituire un ordine unico delle professioni sanitarie sammarinesi; una volta fatto questo è necessario stipulare un accordo con l’area vasta Romagnola per avere un interscambio non solo di prestazioni (come avviene ora) ma anche di professionisti che potranno recarsi nelle strutture italiane a formarsi e aggiornarsi sulle attività di loro competenza, e questo vale per tutte le professioni, medici e non. E’ semplice recepire la normativa italiana in questo ambito.

Questa volta metto la mia faccia, i miei titoli, le mie competenze, impegno e onestà al servizio attivo della Sanità sammarinese e di tutti i cittadini. Volete fare una chiacchierata? Sono disponibile!

L’otto dicembre avete un ampio ventaglio di persone tra le quali scegliere da chi volete farvi rappresentare. Nelle diverse liste ci sono pregiudicati, inquisiti, vagabondi, imprenditori, professionisti di vario genere e tante persone che non devono ringraziare nessuno per quello che nella vita hanno ottenuto, se non loro stessi.

A voi la scelta!

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