L’Assemblea di Repubblica Futura si riunisce

L’Assemblea di Repubblica Futura si riunisce

In data 29 maggio 2023 si è svolta l’Assemblea degli Aderenti di Repubblica Futura.
Dopo un dettagliato riferimento dei rappresentanti consiliari, l’Assemblea ha preso in esame la difficile situazione del Paese, resa ancora più complicata e preoccupante dalla grande confusione istituzionale e politica determinata dal ritiro della delegazione di Rete.
Con la precedente legge elettorale, in caso di crisi di governo, erano previsti percorsi chiari di verifica della situazione e l’eventuale ritorno alle elezioni nel caso in cui la maggioranza non avesse più la rappresentatività prevista, per consentire ai cittadini di scegliere un nuovo governo.
Con l’attuale legge elettorale così non è, anzi, è congegnata talmente male che non è nemmeno chiaro se l’attuale compagine governativa superstite è legittimata a continuare a governare. Vi sono norme confliggenti, dubbi interpretativi e incongruenze palesi che pongono pesanti dubbi sulla permanenza in carica dell’attuale maggioranza orfana di Rete, al netto dell’aggiunta di altri consiglieri variamente assortiti e rimediati.
Se si aggiunge la considerazione che il governo assemblato dopo le elezioni del 2019 e sostenuto da ben 44 consiglieri con l’obiettivo prioritario di compiere la “terra da ceci” in Tribunale come anticipato da Gabriele Gatti, è stato incapace di combinare null’altro salvo un enorme debito estero fuori controllo, è acclarato che l’attuale legge elettorale sia fallimentare sotto tutti i punti di vista.
Oltre alla preoccupazione per la confusione istituzionale palesata in questi giorni, in cui le opposizioni hanno dovuto richiedere la convocazione dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio perché la maggioranza fa finta di nulla, l’Assemblea di Repubblica Futura rileva l’assoluta mancanza di consapevolezza della situazione di grande emergenza in cui versa al Repubblica di San Marino. Si è continuato allegramente con assunzioni ed infornate in atto dall’inizio di questa legislatura, senza un progetto economico di rilancio – la svendita del Paese ad un cavaliere bianco spagnolo non è un’opportunità ma una minaccia – e senza alcuna riforma significativa. I numeri del bilancio dello Stato, al di là delle mistificazioni che abbiamo ascoltato a più riprese dal governo dei 44, ci dicono chiaramente che ci aspettano tempi molto difficili. I problemi non si risolvono facendo i debiti. Si spostano solo un po’ più avanti, rendendoli ancora più ardui da affrontare.
Si prende atto che Rete, dopo le enormi responsabilità nei fallimenti dell’attuale governo e dopo i tanto strombazzati proclami del passato – tutti disattesi – voglia rivestire di nuovo i panni di opposizione. Speriamo con meno sermoni, di cui ha fatto uso in abbondanza, e maggiore coerenza.
Finalmente, dopo lunghi periodi di inattività e di silenzio, sembra che il governo si sia reso conto dell’importanza dell’accordo di associazione con l’Unione Europea, le cui  trattative ci sembrano – peraltro – caratterizzate da forti ritardi. Nell’anno 2019, quando il governo precedente fu frettolosamente sostituito con il governone dei 44, si ignorò completamente il danno arrecato dall’interruzione delle trattative, allora in corso, con l’Unione Europea. Confidiamo che oggi tali trattative non siano solo il pretesto per allungare la vita ad un governo inconcludente e litigioso.
Al di là del teatrino politico di questi giorni e prevedibilmente delle prossime settimane, in cui non mancheranno dichiarazioni relative al senso di responsabilità verso il Paese per cui l’attuale governo fallimentare farà di tutto per rimanere ancorato alle poltrone, l’unico vero atto di responsabilità sarebbe riconoscere la grave emergenza in cui si trova la nostra Repubblica e pensare ad una nuova fase politica in grado di farvi fronte.
Le prime avvisaglie dicono diversamente, purtroppo, con l’annuncio di ulteriori infornate e a seguire di tutto l’armamentario di clientelismo elettorale che tante volte in passato abbiamo visto mettere in campo. Il problema è che il Paese non se lo può permettere. Non siamo più negli anni in cui “stavamo bene”, che peraltro hanno quasi distrutto la nostra sovranità di Stato.
L’Assemblea degli Aderenti ha invitato gli organismi di Repubblica Futura a seguire con grande attenzione l’evolversi della crisi politica ed istituzionale in corso. L’Assemblea ha poi proseguito l’esame di un insieme di proposte programmatiche, riflessioni già avviate in altri incontri con i contributi di appositi gruppi di lavoro, inerenti a vari temi più che mai di grande attualità in questo momento.
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