Il governo del panettone

Il governo del panettone

Mentre il mondo è avvolto da crisi e guerre che potrebbero mettere in serio repentaglio il futuro del pianeta, a San Marino continua la telenovela del governo balneare, ora trasformato nel governo del panettone.
L’imperativo, fra i ranghi di uno sgangherato esecutivo e di una maggioranza ormai dissolta, è arrivare con meno danni possibili all’appuntamento di dicembre con la storia: visita del Presidente della Repubblica italiana e firma dell’accordo di associazione con l’UE.
Archiviata la vicenda Simoncini, ennesima sceneggiata stile cabaret di NPR e soprattutto di Alleanza Riformista, e salutata la navicella Righi decollata per lo spazio grazie a centinaia di migliaia di euro pubblici, il governo sta confermando di navigare a vista su ogni tipo di dossier.
Debito pubblico: c’è da porre in ratifica un decreto che aumenterà di altri 50 milioni il debito pubblico. Il Segretario di Stato per le Finanze si sveglia il venerdì pomeriggio e siccome deve ratificare il decreto prima del 3 novembre, chiede di chiudere la partita in una oretta di tempo con lo stesso slancio di un pilota che va al rally di Montecarlo con una Panda. Come prevedibile, si ferma alla prima curva e lunedì 30 ottobre andrà in onda un Consiglio Grande e Generale straordinario per ratificare altri 50 milioni di debiti. Su un decreto così delicato non si poteva prevedere un congruo periodo di tempo per la discussione? La debacle agostana sull’assestamento non è stata di minima lezione e se questa è la seconda puntata prepariamoci a ciò che potrebbe accadere in dicembre sul bilancio.
Banca Centrale: continua l’era della presidente abusiva, nominata in anticipo in aprile ma ancora fuori legge. In Consiglio, il comma su BCSM – per la quarta, quinta volta… abbiamo perso il conto – viene rinviato. Il membro del Consiglio Direttivo di BCSM non residente, indicato da Rete nell’aprile scorso, resta in panchina e in campo giocano pochi sammarinesi in inferiorità numerica rispetto agli italiani dopo le dimissioni di Giacomo Volpinari e Antonella Mularoni, colpevolmente non ancora sostituiti. Ma, nonostante i noti impedimenti di legge, la presidente abusiva – sempre attorniata da pool di avvocati rigorosamente pagati da Banca Centrale – continua a convocare il Consiglio Direttivo. Intanto il governo, per evitare futuri imbarazzi, presenta un progetto di riforma di BCSM unicamente per fornire un salvacondotto alla presidente abusiva.
Coesione politica: ormai ogni Segretario di Stato corre in proprio contro tutto e tutti. Il ministro per le rotonde Canti taglia pubblicamente la faccia a un collega di partito e di governo sul tema energia in una serata pubblica; il ministro allo spazio Righi decolla direttamente dal Multieventi lasciando a terra il povero Pedini incastrato – così dice lui – da un’oscura “mano amica” nella questione Andreoli di Lucca, solo un omonimo del politico locale. E chissà se Mularoni dopo il COT vorrà spegnere anche il robot milionario acquistato dal governo DC-RETE-NPR-MOTUS?
Repubblica Futura esprime preoccupazione di fronte a una fase istituzionale e politica fuori controllo. Arrivare a mangiare il panettone, costi quel che costi, è l’incipit di uno spettacolo indecoroso mostrato ai cittadini in ogni convocazione del Consiglio Grande e Generale in cui la maggioranza non riesce a garantire nemmeno il numero legale.
Repubblica Futura lancia di nuovo un messaggio alle persone perbene di governo e maggioranza. Per senso dello Stato riteniamo che vi siano alcuni obiettivi da raggiungere prima della fine della legislatura per non pregiudicare il futuro. Ma governo e maggioranza dovrebbero avere la modestia di ammettere la fine ingloriosa di una esperienza politica da dimenticare e tagliare i legami con qualche potere forte che da Roma, attraverso i whatsapp di Tomasetti, continua a condizionare le politiche e le scelte del nostro Paese.
Questo sarebbe ciò che chiedono i cittadini alla classe politica in questa particolare congiuntura storica chiudendo una pagina poco edificante per le istituzioni e la Repubblica.
Repubblica Futura
membro dell’Associazione del Liberali e Democratici Europei (ALDE)
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