Sciopero dei dipendenti del settore bancario

Sciopero dei dipendenti del settore bancario

Repubblica Futura intende esprimere alcune considerazioni sull’attuale stato di agitazione che interessa i dipendenti del settore bancario.

Partendo dal presupposto che non sia più accettabile che un settore strategico per la Repubblica verso il quale la collettività ha investito tante risorse economiche possa operare con un contratto di lavoro scaduto da oltre dieci anni, RF ritiene sia necessario un atto di responsabilità e sano realismo rispetto alle questioni in gioco. 

Nel pieno rispetto delle prerogative dell’associazione di settore, non riteniamo però corretto l’approccio al tema, liquidato con un salomonico comunicato in cui si richiama la controparte -i dipendenti- al tavolo del negoziato.

In Italia pochi mesi fa il contratto collettivo di settore e’ stato chiuso con condizioni normative ed economiche specifiche.

L’aumento dei tassi di interesse che da mesi famiglie e imprese pagano per finanziamenti e mutui ha un innegabile impatto in termini di introiti sul bilancio delle banche.

A ciò aggiungiamo anche le attività legate agli NPL in ragione delle quali ci saranno -si dice da parte di chi gestisce il progetto- sempre impatti positivi sulle banche.

Non si può accettare che il risparmio avvenga solo e sempre sui dipendenti, quando si vedono, ci riferiamo agli NPL, parcelle milionarie in favore di una miriade di consulenti e società anche estere. Peraltro dipendenti di un settore il cui contratto da più di dieci anni resta l’unico a non essere stato rinnovato e considerando i gravi rischi professionali cui le norme anti riciclaggio ed il principio della “rivalsa” impongono ai dipendenti.

Non riteniamo sensato che mentre il settore bancario nel mondo va avanti dal punto di vista tecnologico e di innovazione verso i processi di lavoro, a San Marino si resti fermi al palo, anzi si facciano ritornare in sella manager catapultati dagli anni novanta, epoca nella quale ebbero origine e sviluppo i presupposti dei vari dissesti bancari.

Il governo -crediamo- non può fare la politica dello struzzo, la più grande banca con il numero più elevato di dipendenti e’ dello Stato.

Repubblica Futura chiede un intervento di mediazione del governo e vuole sapere se il Congresso di Stato, come socio unico di Carisp S.p.A. ha dato mandato di condurre un negoziato senza considerare le legittime richieste dei dipendenti.

Dopo il recente pasticcio del contratto della PA, chiuso con squilli di trombe e poi rivelatosi complicato nell’attuazione, serve un atto di realismo.

Se San Marino è vicino all’Italia e all’Europa chiediamo solo di ascoltare le parole del Governatore di Banca d’Italia Panetta riferite ai salari.

La sua non è demagogia, ma sano realismo rispetto a un fenomeno da cui San Marino non può considerarsi estraneo.

In definitiva Repubblica Futura auspica e chiede con forza la convocazione urgente di una Commissione Finanze per avere un riferimento da parte dei Segretari competenti e dalla Banca Centrale in merito ai piani di gestione del momento di agitazione, per comprendere come, da un lato, il Governo si voglia fare parte diligente per rispondere alle giuste rivendicazioni dei dipendenti del settore e, dall’altra, se BCSM stia monitorando la situazione nell’ottica di limitare i disagi degli utenti.

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