Perché votare? Per chi votare?

Perché votare? Per chi votare?

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In tanti anni di partecipazione alla politica attiva mai come in questa vigilia elettorale mi sono trovato a raccogliere tante critiche, richieste sconsolate da parte di molti concittadini in crisi di coscienza che implorano lumi per orientarsi nella scelta da fare alle prossime votazioni.

Io con santa pazienza mi sforzo di trovare argomentazioni valide per fornire un discorso logico in modo da chiarire le idee; generalmente il terreno non è molto fertile per recepire i miei ragionamenti, ma sono abbastanza tenace per non arrendermi.

Cerco di fissare alcuni punti fermi, senza pretendere di fare il maestro…

1. La politica è una entità indispensabile per ogni società civile che non sia un gregge mansueto o un branco di belve.
Necessita di regole, di organismi, di prassi in continua evoluzione; l’accusa che i politici sono tutti uguali è non solo ingiusta, ma è estremamente pericolosa.
Sarebbe come affermare che i cittadini sono tutti disonesti, opportunisti, o viziati.
Quando mi trovo di fronte a interlocutori con le loro certezze assolute cerco di stimolare le loro capacità critiche e verificare la loro memoria storica.
Devo purtroppo affermare che alla domanda se hanno almeno letto le pubblicazioni relative ai processi ormai famosi e tutt’ora in corso, il 70-80% non l’ha fatto.
Tutto ciò spiega l’attuale stato di disorientamento.
2. Tutti i presidi su cui si fonda la buona politica sono in effetti paurosamente carenti sia a livello personale che a livello di gruppi: l’onestà intellettuale e l’etica politica, la coerenza, l’obiettività della informazione, il comportamento di organismi delicati come l’amministrazione della giustizia, la conduzione del mondo finanziario e bancario (compresa la Banca Centrale SM), le categorie imprenditoriali, l’amministrazione pubblica, i rapporti con l’Italia e con l’Europa.
Tutto ciò non giustifica che si possa o si debba rinunciare al contributo di tutti i soggetti impegnati nella vita civile e di tutti i cittadini, magari trincerati dietro la comoda opzione di rinunciare al voto perché chi è al potere parla solo ma non conclude niente e fa i propri interessi.
Si deve piuttosto approfondirne la conoscenza, rispettarli e aiutarli nella indispensabile evoluzione, senza invadere e condizionare la loro necessaria autonomia.
3. E’ inoltre estremamente puerile oltre che pericoloso sostenere, come ho sentito parecchie volte, che l’unica via di uscita sarebbe un regime dittatoriale, ovviamente con un leader “onesto, giusto, libertario, disposto a farsi in disparte in caso di fallimento” (è aperta la lista per la graduatoria).
4. Bisogna avere l’umiltà di accantonare le proprie velleità e il proprio egocentrismo, abbandonata l’utopia dell’assoluto che farebbe tanto comodo nella vita!
5. Si deve invece operare per riconoscere il vero dal falso, i comportamenti credibili e affidabili e non fare credito a chi ha dato tante prove squallide e ha ancora la faccia tosta di proporsi come salvatore della patria.
Ma neanche a chi, partito da posizioni radicali con l’obiettivo di rivoluzionare l’assetto sociale e di sconfiggere il sistema di potere che ci delizia da un trentennio, non ha trovato di meglio che allearsi con quel sistema e riportarlo al vertice della vita del Paese con tutti i suoi eroi debitamente ringalluzziti.

A voi la scelta!

 

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