Le mani sulla Giustizia

Le mani sulla Giustizia

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Il Consiglio Grande e Generale che si apre oggi segna un punto di non ritorno in materia di giustizia e nella storia, pur ancora breve, di questa legislatura.

Il Governo e la maggioranza non si accontentano della forzatura grave fatta sulle nomine del Collegio Garante avvenute nel gennaio, ma continuano con una operazione totalmente illegittima, nella forma e nella sostanza, a dimostrare che l’unico interesse che tiene insieme questa compagine così articolata e sconnessa è quello di un ristretto gruppo di potere smanioso di mettere le mani sul Tribunale.

La cosa che più stupisce è che mentre tutti i sammarinesi, a prescindere dall’orientamento politico, si attendono di avere risposte definitive sullo sviluppo del paese, sulla messa in sicurezza dei conti pubblici, sulla riforma pensionistica, sulla spending review, sull’Iva e sul sistema bancario – tutte questioni su cui la maggioranza ha scritto nel programma di avere diverse soluzioni -, da oltre due mesi l’unica preoccupazione di quella stessa maggioranza è la giustizia.

Qualcuno potrebbe dire: anche questo è un tema fondamentale e prioritario, ed una giustizia equa e celere è un pilastro dello sviluppo del paese.
Certo, peccato però che la legge proposta dalla maggioranza non agisca in questa direzione, non si occupi di velocizzare i processi o dare nuovi strumenti a tutela dei cittadini onesti e delle imprese, ma punti solo a creare norme ad personam, per incidere retroattivamente su cause in corso e per lanciare un messaggio pesantissimo a tutti i giudici del tribunale.

Un messaggio che più o meno suona così:

Attenzione! Con la forza di 44 voti in Consiglio Grande e Generale, noi possiamo fare tutto ciò che vogliamo: promuovere o mettere da parte o colpire chiunque, anche magistrati del Tribunale.

 

Ecco perché oggi siamo arrivati – in così poco tempo – ad una vera e propria emergenza per lo stato di diritto.

Per capirlo al meglio e per uscire dai tecnicismi dietro ai quali la maggioranza cerca di trincerarsi (forse addirittura all’insaputa di alcuni dei suoi consiglieri) basta rispondere – e pretendere risposta – ad alcune domande:

  1. è accettabile che vengano votate leggi retroattive che incidono su procedimenti in corso?
  2. un cittadino Sammarinese potrebbe godere dell’indebito privilegio di vedersi risolti i suoi problemi giudiziari grazie ad una maggioranza servizievole pronta a cambiare la legge a suo vantaggio?
  3. perché tanto accanimento contro il magistrato titolare del processo d’appello sul conto Mazzini? Forse con questa legge il governo intende estrometterlo, per giunta retroattivamente, dal Consiglio Giudiziario Plenario? Per non dire delle non troppo velate dichiarazioni di minacce nei suoi confronti, anche per come agirà nel merito del procedimento Mazzini.
  4. perché è necessario cambiare la composizione del Consiglio Giudiziario Plenario, cioè l’organo di autogoverno della magistratura?
  5. perché si vuole estromettere dalle scelte sulla politica giudiziaria il dirigente del Tribunale, che con questa legge perde il suo diritto di voto in quell’organismo, smentendo con arroganza una sentenza del Collegio Garante?
  6. perché non si vuole che i due nuovi giudici di appello prestino giuramento ed inizino a lavorare, dopo che il concorso si è concluso nel luglio scorso?

Questi sono solo alcuni degli interrogativi che ciascun consigliere prima di votare quella legge dovrebbe porre a chi l’ha scritta.
Questi sono solo alcuni degli interrogativi ai quali – ne siamo certi- ciascun Sammarinese pretenderà  risposta da parte delle forze politiche e di ciascun membro del Consiglio Grande e Generale.

Noi purtroppo le risposte le abbiamo, e non fanno che alimentare la massima preoccupazione per il nostro paese.

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