Il ritorno agli anni Novanta

Il ritorno agli anni Novanta

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Gli anni Novanta sono da tempo diventati il simbolo della deriva morale del nostro Paese. Erano gli anni dei “capisaldi”, come il segreto bancario e le società anonime, gli anni dell’evasione fiscale, del riciclaggio di denaro, delle truffe finanziarie, delle banche agli amici degli amici, dell’impunità diffusa. Di pari passo funzionava a pieno regime la macchina del consenso, che metteva in campo clientelismo a pieni mani con le infornate nella P.A., le delibere ad personam, le speculazioni sul territorio, l’erogazione del credito facile oggi tramutato in npl… L’impalcatura politica che reggeva questo modello si basava sui governi della Democrazia Cristiana e del Partito Socialista, con qualche piccola variante.
Il regime ha cominciato ad andare in crisi all’inizio degli anni duemila, quando iniziarono a mancare le ingenti risorse per alimentare le esose clientele e quando, in seguito all’attentato dell’11 settembre 2001 a New York, il mondo cambiò. La comunità internazionale divenne sempre più intollerante verso le realtà statuali opache, incompatibili con il contrasto al riciclaggio che alimentava criminalità e terrorismo. Eppure, nella Repubblica di San Marino si fece finta di nulla fino al 2008, quando il Paese finì sotto indagine del GAFI in seguito alla violazione conclamata della maggior parte delle raccomandazioni internazionali sul riciclaggio di denaro di provenienza illecita. Tutto questo accadeva “quando stavamo bene”, come recitano oggi i personaggi delle seconde file di un certo socialismo che allora erano solo apprendisti-garzoni della politica.
Ebbene, a prezzo di sforzi sovraumani, il Paese è riuscito a venirne fuori pur rischiando più volte la perdita della sovranità. Il processo “Conto Mazzini” è stato la principale finestra giudiziaria di quel periodo storico. Libretti bancari, dai nomi fantasiosi e zeppi di denaro, passavano comodamente per le mani di politici e imprenditori, come ha dimostrato, anche di recente, la cronaca giudiziaria.
L’attuale governo, dominato dalla Democrazia Cristiana – alleata con un improvvisato conglomerato conservatore-pseudo-socialista-post bolscevico, più un gruppo di giovani continuamente bacchettati (ma con i voti dei quali, purtroppo, il governo ha potuto varare i progetti peggiori) – ha realizzato un sogno. Non quello di Martin Luther King, quello di un ritorno agli anni Novanta.
Non ci sono più le masse di denaro derivate da una economia di filibustieri? Nessun problema, si fanno montagne di debiti senza alcuna idea su come restituirli.
Si è cercato per anni di ridurre il costo della PA su un bilancio pubblico in costante rosso? Nessun problema, si procede con tante assunzioni clientelari come ai bei tempi andati.
Era stato messo a punto un nuovo piano regolatore con la collaborazione di Boeri, finalmente di qualità? Nessun problema, lo chiudiamo in un cassetto dopo averlo denigrato in attesa delle “mani libere” per le speculazioni e le pratiche clientelari tanto care alla vecchia Commissione Urbanistica.
Il Tribunale ha condannato in primo grado alcuni dei protagonisti politici della corruzione? Nessun problema, si fa “terra da ceci” (come reclamava Gabriele Gatti) e tutti i reati non sono più tali, oppure sono diventati prescritti, e le confische di denaro – anche se confermate – sono in dubbio per le “trovate” dell’attuale governo, anche con la collaborazione del nuovo Collegio Garante nominato per intero da questa maggioranza, che ha ribaltato una consolidata giurisprudenza sul riciclaggio.
Ci eravamo lasciati alle spalle, dopo tanto tempo, il clima di intimidazione verso chi criticava i governanti di turno? Nessun problema, abbiamo già ricominciato con le denunce della politica contro cittadini, perfino contro chi osa semplicemente scrivere un’opinione su un giornale o su facebook.
E’ stato salvaguardato lo stato sociale dopo le derive populistiche degli anni Novanta? Nessun problema, lasciamo andare la sanità pubblica alla deriva, con meno servizi e costi maggiori, ed usiamo i soldi dei fondi pensione – già in sofferenza – per finanziare la spesa corrente. In più, tanto per distrarre la gente dal disastro della sanità, lanciamo l’idea di un nuovo ospedale, vuoto slogan costato per ora “solo” 100.000 euro per una delle tante strane e mirate consulenze di questo periodo.
Era stata pazientemente ricostruita la politica estera dopo anni di isolamento e di liste nere e grigie? Nessun problema, mandiamo a monte la rinegoziazione degli accordi con l’Italia, l’accordo di associazione con la UE, il Memorandum d’Intesa con Banca d’Italia. In compenso, organizziamo carovane per Dubai ed annunciamo l’ennesimo rilancio di negoziati a tutto campo, negoziati moribondi dall’inizio della legislatura.
Il sogno di uno dei peggiori governi degli ultimi lustri si sta trasformando in incubo per tanti sammarinesi.
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