Chi l’ha vista?

Chi l’ha vista?

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Come abbiamo già detto nei giorni passati il settore più colpito dalla crisi è quello delle attività commerciali medio-piccole che purtroppo, ad oggi, salvo l’obbligo di chiusura o timidi tentativi di attività online, peraltro estremamente discrezionali e insopportabilmente burocratici, non hanno ricevuto nulla per far fronte ad una situazione decisamente insostenibile.
Il settore pubblico, sul quale il governo sembra essersi principalmente concentrato, è stato anch’esso oggetto di interventi di difficile lettura e spesso incomprensibili, tanto che – crediamo – al Segretario competente (quello per gli Affari Interni) vadano rivolte particolari attenzioni.
Segretario che doveva essere una delle figure di riferimento di questo governo.
Il nuovo al potere dopo due legislature condotte lancia in resta a fustigare i costumi ed i vizi di tutti.
Ma in 100 giorni di governo chi l’ha vista? 
Qualche giorno fa è stato emesso l’ennesimo decreto notturno.
Una nuova prassi istituzionale figlia di disturbi al ciclo circadiale?
Un decreto corposo in cui si parla tanto di pubblica amministrazione, funzione pubblica, dipendenti pubblici.
Il trattamento di fine rapporto di alcuni dipendenti pubblici – alcuni ma non tutti – sarà pagato a rate.
Ci sarà un’apertura selettiva degli uffici, tagli sugli stipendi dei dipendenti pubblici non in servizio, interventi sulle modalità di erogazione della malattia, sanatorie con assunzione di nuovi dipendenti, interventi sugli stipendi degli insegnanti.
Ci sarebbe piaciuto sentire una spiegazione da chi ha la delega politica alla Segreteria di Stato per gli Affari Interni.
Ma chi l’ha vista? Chi l’ha sentita?
Sarebbe stato interessante capire perché una voce retributiva afferente il 2019 – anno in cui ci risulta non si parlasse ancora di coronavirus – sarà erogata ad alcuni dipendenti pubblici ad aprile, come prevedono le leggi, e ad altri pagata in tre rate in deroga alle leggi.
E’ normale che lo stato differenzi l’erogazione del trattamento economico dei dipendenti? C’è stato un accordo con le forze sindacali?
In un momento di difficoltà se ci sono sacrifici da compiere è bene che il Governo abbia capacità ed umiltà di spiegare le scelte compiute: sono esse legate a necessità di fare cassa o ad applicare misure di prevenzione sanitaria?
Chi e secondo quali criteri deciderà quali uffici aprire e quali chiudere?
Chi deciderà quanto e come sarà lo stipendio percepito dai singoli lavoratori?
Infatti, appena fatto un decreto che stabilisce l’ammontare dei tagli, ecco arrivare una circolare che stabilisce diverse norme forfettarie di decurtazione, così che nessuno capisce più nulla.
Nelle decine di pagine del decreto, inoltre, non si parla di Giunte di Castello.
Le elezioni sono state indette con il Decreto n. 40 del 20 marzo 2020 per domenica 21 giugno. Se le liste con i candidati alle Giunte di Castello devono essere presentate entro il cinquantesimo giorno dalla data delle elezioni e fino al 4 maggio non si possono tenere riunioni o assembramenti, come sarà possibile attivare democraticamente le procedure elettorali?
Il Segretario di Stato per gli Affari Interni e per le Giunte di Castello intende fare di notte un decreto delegato in cui, dopo qualche riflessione “de iure condendo”, nomina le nove Giunte di Castello?

La democrazia non è un giocattolo con cui trastullarsi la notte, né un elastico che si tira all’infinito a dispetto di tutti e di tutto.

Ma il problema forse è un altro, più grave: dopo cento giorni, chi l’ha vista?
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