Sarà un caso ma con questo governo, in assoluta continuità con il precedente, sul tema Cassa di Risparmio è sceso il silenzio.
Fuochi di artificio ridotti al minimo sindacale e perimetrati su attività giudiziarie in cui consulenti legali pagati dalla banca, e alla fine da noi cittadini, continuano a puntellare la narrazione sulle svalutazioni di bilancio, tema sul quale prudentemente ci piacerebbe attendere l’esito dei procedimenti in corso visto quanto accaduto in recenti processi, tutti andati in prescrizione.
Tuttavia l’argomento del quale nessuno parla pubblicamente ma infuoca i corridoi della maggioranza, è la cessione di Banka Kovanica D.D., istituto di credito croato di cui CARISP detiene il 99,7148%, che ha chiuso l’esercizio 2023 con un utile di euro 4.100.385, con un capitole sociale di euro 15.256.504 e un patrimonio netto di euro 27.554.630.
I beni informati dicono che Banka Kovanica D.D sia stata venduta ma a chi, per quale valore e chi abbia dato mandato a svolgere l’operazione, non si sa.
Il mistero è ancora più preoccupante considerando che Cassa di Risparmio è di proprietà pubblica e ogni atto di cessione o di acquisto di asset societari dovrebbe essere trasparente e condiviso.
A ciò si aggiungono voci sempre più ricorrenti sulla vendita a investitori esteri non precisati anche di quote di Cassa di Risparmio.
Stesso cliché di Banca Kovanica. Il tema è rovente in qualche stanza del governo e della maggioranza ma oscuro per il Consiglo Grande e Generale e in particolare per l’opposizione, volutamente tenuta lontana dai temi di natura bancaria.
Ci sarebbe da fare dell’ironia rispetto ai tempi in cui l’attuale Segretario di Stato per le Finanze, dall’opposizione, incendiava l’aula per sapere se in via del Voltone erano state tinteggiate le pareti oppure se qualche dipendente era stato trasferito.
Ora che si trova al piano terra di Palazzo Begni, ha cambiato atteggiamento sul modo di gestire le informazioni delle banche di proprietà dello Stato. Profilo basso, assunzioni, consulenze e incarichi professionali in società partecipate offerti come paracadute a politici, amici ed elettori; nessuna condivisione di informazioni e strategie.
Si promuove a metodo di governo il silenzio, con una gestione di tipo personalistico della più grande banca della Repubblica e con una partecipata in Croazia che sarebbe stata venduta.
Repubblica Futura esprime preoccupazione sull’alone di mistero che ha avvolto Piazzetta del Titano 1. Qui non si tratta di mantenere riservatezza su questioni finanziarie, il tema è la trasparenza su un asset di proprietà dello Stato che sembra appartenere – de facto – a qualche membro di governo e a personaggi del mondo di mezzo che da anni bivaccano negli organi amministrativi dell’istituto di credito.