Repubblica Futura e la riforma IGR 

Repubblica Futura e la riforma IGR 

Nella giornata di oggi, venerdì 5 settembre 2025, Repubblica Futura – su richiesta del Congresso di Stato e della maggioranza – ha avuto un incontro sul progetto di legge di riforma dell’Imposta Generale sui Redditi.

Repubblica Futura ha ascoltato gli aggiornamenti introdotti dalla Segreteria di Stato per le Finanze sul progetto di legge depositato in prima lettura e attende di vedere, in vista dell’esame in Commissione consiliare, quali saranno in sostanza le novità.

Repubblica Futura ha però nuovamente confermato come sia poco ragionevole, nell’attuale fase storica e congiuntura economica internazionale, aumentare la pressione fiscale sui cittadini (lavoratori e pensionati) e imprese.

Il punto non sono le poche o molte decine di euro al mese, i sottili meccanismi di diminuzione delle detrazioni o se pagano i non residenti. Il fatto è che i cittadini e i lavoratori dal 1° gennaio 2026 a buste paga sostanzialmente invariate, avranno un aumento della pressione fiscale e quindi minori risorse economiche.

Repubblica Futura ha chiesto di fermare l’iter della legge e attuare un periodo di osservazione di dodici mesi per comprendere l’impatto dei dazi USA sui consumatori, valutare l’andamento dell’inflazione, monitorare i tassi di interesse, prestare attenzione al costo dell’energia e agli scenari di crisi internazionale.

C’è il tema della denatalità, molto caro a Repubblica Futura, che non si cura con l’aumento delle tasse o la chiusura dei plessi scolastici.

Allo stato attuale non ci sono i minimi strumenti conoscitivi, almeno per l’opposizione o per un cittadino, per fare previsioni sull’andamento delle entrate fiscali e delle uscite, considerando le necessità del bilancio anche in termini di riserve di cassa per fronteggiare difficoltà esterne non prevedibli.

In più rileviamo una gestione schizofrenica degli enti partecipati dallo Stato nei settori dell’energia e finanza. AASS acquista un terreno all’estero in una pianura ricca di nebbia, pioggia, grandine, con scarso irraggiamento solare, per costruire un impianto fotovoltaico sobbarcandosi un rischio imprenditoriale per l’Azienda e lo Stato.

Cassa di Risparmio vende in Croazia, in circostanze misteriose, società partecipate, quindi di proprietà dello Stato. Ancora Cassa di Risparmio attiva a San Marino, in circostanze misteriose, una nuova società in collaborazione con un gruppo maltese.

In sostanza lo Stato, che con la riforma IGR chiede soldi a cittadini e imprese, spende soldi all’estero per i pannelli solari e a San Marino attiva forse una nuova banca con un socio estero, per di più privato.

Il governo non da’ segnali di controllo sulla spesa corrente. Continuano le consulenze, le trasferte, le spese varie in assoluta euforia, senza alcun coordinamento e logica.

“Ho ribadito al Segretario di Stato per le Finanze e alla maggioranza la contrarietà di Repubblica Futura ad un aumento delle tasse. A parte qualche leggero maquillage di agosto per calmare le acque in maggioranza, un provvedimento del genere ha poco senso in questo momento storico. Se servono azioni per accertare con più incisività lo stato fiscale di società e persone fisiche, non abbiamo nulla in contrario e siamo con il governo. Siamo stupiti però che in sei anni di gestione delle Finanze non siano già state adottate. Per il resto l’impressione è che si navighi a vista, senza un reale progetto di sviluppo, con un bilancio che si regge per resilienza strutturale del sistema Paese più che per scelte politiche adottate dall’esecutivo. 

Resta il grave problema della mancanza di trasparenza sui dati e le scelte del governo e degli Enti partecipati che non possono considerarsi uno Stato nello Stato”, afferma il Coordinatore di Repubblica Futura Marco Podeschi.

“Attendiamo di vedere il documento finale del governo e della maggioranza, a cui ci approcciamo senza pregiudizi. Ma in onestà è impossibile dare un contributo in queste condizioni che non sono mutate dall’incontro precedente in termini di elementi di base rispetto a una spesa pubblica fuori controllo” ha concluso Marco Podeschi.

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