Maggioranza e Governo tirano dritto. Anche il secondo sciopero generale, con una piazza di nuovo gremita come non si ricordava da tempo, non è riuscito a fermare la corsa affannata di Gatti & Co. verso l’approvazione a tappe forzate della riforma IGR. Tutto peraltro in un quadro sempre più confuso. Già, perché mentre emergono sempre maggiori discriminazioni e squilibri nella tassazione sulle varie categorie, la maggioranza, per lavarsi la coscienza, è riuscita a strappare a Gatti una affermazione dirompente: la riforma IGR “eventualmente” sarà cambiata in seconda lettura. Insomma anche la Commissione Finanze non serve a nulla; per capire quante tasse in più dovremo pagare è necessario attendere la seconda lettura e intanto sperare.
Come può chi ci governa pensare di abbassare l’imposizione ai redditi autonomi da 80.000 euro ed aumentarle alle fasce di lavoro dipendente da 30.000 euro? Come può pensare di fare una riforma senza fornire un dato, una tabella, delle proiezioni? Si, perché ad ora le uniche che circolano sono quelle fornite dalle organizzazioni sindacali o qualche post o foglietto di propaganda governativa che non pare aver convinto nessuno, vista l’affluenza ai due scioperi. Come può la maggioranza pensare di introdurre un consistente aumento di disparità di trattamento tra lavoratori frontalieri e residenti, senza chiedersi cosa succederebbe se anche solo il 10 percento della forza lavoro frontaliera lasciasse la Repubblica?
Libera era riuscita almeno a prendere qualche giorno e a far sospendere la Commissione in cerca di una intesa con sindacati ed associazioni di categoria, ma, terminata la tregua, ieri si è arrivati al momento della verità: nessun accordo, si tira dritto. Forse è questo il nuovo balzello politico che qualcuno vuole pagare per continuare a stare al Governo. Ma di balzelli, di bocconi amari, si può rischiare di fare indigestione.
Al netto di ciò, la verità sembra emergere: l’età dell’oro gattiana, i conti in ordine, i forzieri delle banche zeppi di soldi, il debito ed il bilancio dello Stato sotto controllo erano evidentemente tutte panzane, utili magari per vincere le elezioni, ma che non convincono chi ci guarda. Così nell’aula parlamentare serpeggia sempre più la verità: se non si fa questa riforma, il Fondo Monetario e le agenzie di rating ci “bastonano”; o meglio – chiosiamo noi – ci dicono la verità, la spesa ed il debito rischiano davvero di essere fuori controllo! E allora via alla corsa contro il tempo per approvare l’IGR contro tutto e tutti, contro il Paese, prima illuso ed ora disilluso e sempre più arrabbiato. Per giunta con il solito metodo: tartassare le fasce di reddito e le categorie che le tasse le pagano già. I controlli spariti dagli schermi radar, salvo qualche emendamento per lavarsi la coscienza che pare davvero ridicolo e di nessuna efficacia.
Noi continueremo a lottare con tutti i mezzi consentiti per opporci a questa riforma iniqua, ingiusta, discriminatoria ed odiosa. Attendendo di sapere se sarà la uno, la due o la tre, continueremo ostinatamente a stare con quanti, davvero molti, hanno deciso di far sentire la loro voce e di ribellarsi all’arroganza ed all’incapacità di governo e maggioranza.
La uno, la due o la tre? La maggioranza tira dritto
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