Dopo il governo che lavoro faremo?

Dopo il governo che lavoro faremo?

Il serrato dibattito nel comma comunicazioni del primo giorno della nuova sessione consiliare è stato incentrato – come ormai troppo spesso accade – sulle gesta di Federico Pedini Amati, già Segretario di Stato e prossimo guardiacaccia della Repubblica.

Ci è piaciuta la battuta di un Consigliere di maggioranza sulle abilità di tiro di Pedini Amati e gli diamo atto di avere avuto il genio di strappare un sorriso su una vicenda che imbarazza governo e maggioranza.

Registriamo le difese d’ufficio.

E’ noto che se Pedini Amati si arrabbia tira giù il governo in due ore. Pare che faccia più paura lui dei tassi di interesse del debito pubblico.

Ma c’è un se e un ma. 

Se la nuova frontiera di difesa è invocare “tutti teniamo famiglia” e che dopo il governo si deve pur mangiare, allora che la maggioranza abbia il coraggio di istituire un posto pubblico di diritto per gli ex Segretari di Stato, così evitiamo polemiche, bizantinismi, pastrocchi. 

A Pedini diciamo che se e quando Repubblica Futura tornerà a essere forza di governo, lo decideranno i cittadini con il loro voto e i dirigenti del nostro movimento, e non certo il futuro guardiacaccia governativo sempre più nervoso e fuori contesto.

Già lo vediamo scorrazzare nelle strade carraie con la sua 500 brandizzata Visit San Marino (anche questo è normale??) a controllare i cinghiali e a studiare quale sarà la prossima festa o trasferta da organizzare, come governante.

Chissà quale cavillo giuridico sarà utilizzato per la presa in servizio e il periodo di prova della nuova professione, raggiunta grazie al fatto di essere nel Congresso di Stato.

Questo governo sta per entrare nella storia della Repubblica, con il primo Segretario di Stato che diventa dipendente pubblico durante il mandato di governo. Record che pensiamo sia mondiale in quanto in nessun paese normale un ministro fa bandi di concorso pubblici durante il suo mandato ministeriale per trovare un posto di lavoro statale a tempo indeterminato.

Capiamo (non del tutto!) la difesa d’ufficio del PSD a vantaggio del suo leader ma non ce ne vogliano se eccepiamo. Se il punto è il futuro professionale post Congresso di Stato, allora c’è qualcosa che non funziona nella politica. Nessuno ci chiede di candidarci alle elezioni, così come nessuno ci obbliga a fare il Segretario di Stato e si auspica che chi assume un incarico del genere abbia almeno una professione o una qualifica professionale, giusto per non avere – come invece abbiamo – dei perfetti improvvisati al governo del Paese.

Non vorremmo che nelle prossime strampalate consulenze del governo ne fosse concessa una a un popolare attore comico italiano celebre per la parodia del posto fisso.

Oggi si cerca di rovesciare il paradigma per una questione imbarazzante nei contenuti, impresentabile nei toni, con un membro di governo troppo pieno di sé per rendersi conto di quanto sta accadendo.

Pedini Amati ha fatto una scelta, sostenuta dal Congresso di Stato, e questo rompe un ulteriore argine rispetto a regole non scritte, rispetto a dignità e contegno che dovrebbero informare i più alti rappresentanti istituzionali. Tutto questo non sarà certo un buon viatico per un Paese che vuole integrarsi in Europa e intende dare motivazioni ai propri giovani per impegnarsi ad acquisire competenze e professionalità per assicurare alla Repubblica un futuro diverso.

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