Nella giornata di ieri si sono riunite congiuntamente le Commissioni Consiliari Permanenti I e IV, convocate al fine di recepire il riferimento del Segretario di Stato, con delega alla Famiglia, sull’avanzamento degli interventi a sostegno della natalità sulla base di un ordine del giorno approvato il 27 marzo scorso.
Malgrado i numerosi contributi forniti dai Commissari in un clima di serena e sincera collaborazione e dialogo, non è possibile non rimarcare le numerose criticità emerse nel corso del dibattito. L’emergenza della denatalità, che investe l’intero mondo occidentale di cui San Marino fa parte, ha forti risvolti di carattere culturale in riferimento ad una società profondamente mutata; di fronte alla portata di tali cambiamenti l’azione di un governo ha un’efficacia, anche se non del tutto assente, certamente limitata. Tuttavia sul versante degli strumenti che possono essere messi a disposizione delle famiglie per favorire un’inversione di tendenza, un governo ha invece la possibilità di incidere significativamente, cosa che l’esecutivo in carica non è ancora minimamente riuscito a fare. Sussidi in senso stretto, ma anche lavoro, inteso come serenità e stabilità economica dei nuclei famigliari ed ambienti lavorativi non discriminanti per la condizione genitoriale, diritto ad un abitare economicamente sostenibile sia esso l’acquisto di una prima casa o un canone di locazione ragionevole, la scuola e le attività extrascolastiche, giornaliere o estive, come presidi a complemento della famiglia e non come meri luoghi di appoggio dei figli per genitori costretti ad una assurda gestione del proprio tempo: l’approccio non può che essere multidisciplinare.
Repubblica Futura e le opposizioni hanno rimarcato in tal senso l’assenza di una cabina di regia, che la Segreteria di Stato alla Famiglia ha nel corso della seduta avocato a sé, che coordini gli interventi nei vari campi: la recente proposta della riforma IGR, poi rivista e corretta dal sindacato, ha dimostrato l’indifferenza dei governanti nei confronti della famiglia vista come realtà economica; l’introduzione in extremis di qualche euro di detrazione per la cura dei neonati è suonata più come un inutile lavaggio di coscienza piuttosto che uno strumento di efficace sussidio; malgrado la massiccia propaganda che ha accompagnato il varo della legge sulla emergenza casa, approvata più di sei mesi fa, i canoni di locazione non sono minimamente scesi e per molte famiglie l’affitto pesa ancora come un macigno sull’economia domestica; il destino della scuola è affidato ad un ormai fantomatico piano riorganizzativo, tutto nella testa del Segretario di riferimento e di cui non è dato sapere molto, se non sulle sistematiche chiusure di plessi ed incertezze per il corpo docente. Queste condizioni amplificano ed esacerbano certamente i timori e le esitazioni dei giovani e delle famiglie nell’avere figli.
La Commissione Speciale sull’Andamento Demografico, il naturale punto di convergenza dell’azione delle singole Segreterie, pare non essere messa nelle condizioni di incidere significativamente. Un indirizzo comune ed unitario, fra provvedimenti disomogenei ed inefficaci, non si intravede e se la cabina di regia fosse veramente la Segreteria di Stato con delega alla famiglia suggeriremmo sommessamente, dati i risultati, di cambiarla al più presto.
La seduta congiunta si è conclusa con l’approvazione da parte dei commissari di maggioranza di un Ordine del Giorno fotocopia del precedente approvato nello scorso mese di marzo e se è onestamente apprezzabile l’intento espresso di condividere anche con le opposizioni il testo di una norma che modifichi la vigente Legge 129/2022 “Norme a sostegno della famiglia” col recepimento di qualche presidio da tempo proposto proprio da Repubblica Futura, come la figura del “Caregiver” famigliare, occorre altrettanto onestamente dire che i tempi dei riferimenti e della raccolta di dati, che non portano mai a sintesi decisionali, è ormai finito ed occorre agire al più presto nell’individuazione di strumenti realmente efficaci e coordinati per invertire la tendenza del calo delle nascite in Repubblica o, quantomeno, per contrastarne il trend. È, letteralmente, una questione di sopravvivenza.
