A proposito di azioni di responsabilità…

A proposito di azioni di responsabilità…

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Dopo la notizia dell’azione legale per danni che i correntisti di Banca Asset avrebbero intenzione di promuovere contro gli ex Capitani Reggenti e il Governo, leggiamo oggi su “La Stampa” un articolo dal titolo “per gli ex vertici di Banca Etruria una richiesta danni da 400 milioni” che testimonia come in altri paesi, quando una banca subisce un commissariamento, i soggetti ad essere chiamati in causa non sono certo i vertici istituzionali e politici dello stesso paese ma gli amministratori dell’istituto di credito.
Ecco cosa scrive La Stampa.

“Circa 400 milioni di danni, richiesti a ex amministratori e sindaci di Banca Etruria dal 2010 in avanti.

Sono i numeri dell’azione di responsabilità contro gli ex vertici dell’istituto aretino, finito in risoluzione nel novembre 2015, depositata nei giorni scorsi al Tribunale di Roma.
L’azione di responsabilità chiama in causa oltre 30 persone fisiche, più il revisore dei conti della vecchia banca prima del commissariamento nel febbraio 2015, PricewaterhouseCoopers. Tra questi ci sono gli ex presidenti Lorenzo Rosi e Giuseppe Fornasari e il consigliere e vice presidente dal 2014 al commissariamento Pierluigi Boschi, padre del sottosegretario alla presidenza del consiglio Maria Elena Boschi. Ci sono Massimo Tezzon e Claudio Salini, ex dirigenti Consob diventati poi rispettivamente presidente del collegio sindacale e presidente della banca. Oltre a tutti i consiglieri “finanziati” dalla banca con prestiti finiti in sofferenza. Come Augusto Federici, consigliere della banca e azionista del gruppo cementifero Sacci, esposto per 60 milioni nei confronti della banca. Come le operazioni in conflitto di interesse imputate all’ex presidente Rosi – presidente della Coop edilizia La Castelnuovese – e al commercialista fiorentino Luciano Nataloni, che dal comitato crediti decideva affidamenti milionari alle aziende clienti del suo studio.

Proprio la gestione dei crediti, anche in conflitto di interesse, è una delle condotte alla base dell’azione di responsabilità promossa dal liquidatore della banca Giuseppe Santoni. Oltre a questo, viene imputata la negligenza nella gestione dell’istituto che avrebbe portato al depauperamento del patrimonio aziendale. E il mancato rispetto delle prescrizioni della vigilanza di Banca d’Italia, con particolare riguardo alla mancata fusione con un partner di “elevato standing” chiesta dal governatore fin dal 2013 e mai realizzata.

Quella di Etruria è l’ultima delle azioni di responsabilità ad arrivare in Tribunale per quanto riguarda le 4 banche finite in risoluzione nel novembre 2015. Tempi lunghi richiesti dal fatto che Etruria è stata l’ultima delle 4 ad essere commissariata, nel febbraio 2015.
Nel marzo 2016 Santoni aveva inviato agli ex amministratori e sindaci una lettera di “messa in mora” nella quale veniva quantificato un danno decisamente più basso e pari a 300 milioni di euro. Nella lettera, Santoni chiedeva a 37 persone fisiche, compresi gli eredi di alcun ex consiglieri nel frattempo scomparsi, di pagare entro 30 giorni la somma, precisando che in mancanza del pagamento avrebbe provveduto ad avviare azioni legali comprese revocatorie in caso di “atti di disposizione del patrimonio in pregiudizio della Bpel e dei creditori sociali”.

L’azione di responsabilità è promossa da Santoni ma l’eventuale ricavato andrà al Fondo di risoluzione, “proprietario” della Nuova Banca Etruria uscita dalla risoluzione. In virtù del contratto di cessione della Nuova Etruria (con Banca Marche e Chieti) dal Fondo a Ubi Banca anche l’istituto lombardo è stato coinvolto nella procedura, onde evitare una possibile mancanza di legittimazione del commissario.
Nel frattempo Etruria si avvia a scomparire. Dopo il cambio di nome in Banca Tirrenica deciso da Ubi subito dopo l’acquisizione, alla fine di novembre l’istituto aretino sparirà per essere assorbito in Ubi Banca”.

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