Lorenzo Lonfernini sull’istanza sui fatti di Rovereta – CGG del 21.07.17

Lorenzo Lonfernini sull’istanza sui fatti di Rovereta – CGG del 21.07.17

Lorenzo Lonfernini

Eccellenze e Signori Consiglieri, credo che la presentazione di un’istanza come quella che stiamo discutendo rappresenti un atto che non aiuta il Paese a guardare avanti e a progredire sulla strada della concordia e della civile convivenza.

Mi permetto di osservare come la pervicace volontà di continuare a creare artificiosamente divisioni su un evento storico come quello di “Rovereta” sia ormai il retaggio di una sparuta minoranza di cittadini, motivati da un sentimento che francamente non riesco a comprendere. Le stesse famiglie di coloro che furono protagonisti di quegli eventi, indipendentemente dalla sponda sulla quale si trovarono i loro cari, hanno dato, nelle scorse settimane una lezione di grande senso civico e patriottismo che quest’Aula ha il dovere di cogliere e che non può assolutamente essere ignorata.

Si consideri poi che i protagonisti dei fatti del 1957 – la maggior parte dei quali purtroppo non è più tra noi – hanno rappresentato un punto di riferimento importante per migliaia di sammarinesi e ciò non è certamente stato il frutto di una casualità ma la conseguenza di incontestabili qualità umane, politiche e morali che questi concittadini hanno incarnato.

Non voglio fare nomi perché certamente dimenticherei qualcuno, ma io molte di queste persone le ho conosciute ed apprezzate e voglio dire che loro stesse, secondo me, non gioirebbero nel constatare che un evento come quello di Rovereta venisse strumentalizzato a distanza di sessant’anni per creare divisioni nella cittadinanza sammarinese.

Il testo stesso che si propone di porre nella lapide commemorativa è offensivo ed infarcito di una retorica becera e inaccettabile, fuori dal tempo e dalla logica.

I “fatti di Rovereta” vanno inquadrati in un contesto storico e geopolitico che è quello della guerra fredda iniziata all’indomani della seconda guerra mondiale. Un mondo diviso in due con il quale la piccola Repubblica, pur fiera della sua neutralità, doveva quotidianamente fare i conti soprattutto nella sua politica estera ma che aveva ricadute immediate anche nella sua economia, nel suo bassissimo tenore di vita, nello scatenarsi di imponenti fenomeni migratori se paragonati alla nostra realtà.

Da quell’evento, indubbiamente traumatico, la comunità sammarinese seppe ripartire, prima di tutto costruendo negli anni una riappacificazione che produsse i suoi frutti nell’alternanza democratica che vide, nel tempo, le parti avverse addirittura coalizzarsi e governare assieme il Paese. Poi nella crescita sociale ed economica che portò ad un benessere economico invidiabile che purtroppo (ma questo è un altro discorso) non abbiamo saputo utilizzare nel giusto modo, produsse inoltre i suoi frutti con l’ingresso a pieno titolo della piccola Repubblica nel consesso internazionale.

Eccellenze e Signori Consiglieri, ritengo doveroso che i “fatti di Rovereta” entrino a far parte a pieno titolo della nostra storia: ciò però non può prescindere da uno studio degli eventi e del contesto geopolitico nel quale tali eventi si svolsero, contesto profondamente diverso da quello attuale. Un lavoro scientifico che non può essere approcciato con rigurgiti ideologici e con i toni offensivi degli istanti.

Concordiamo quindi, come Gruppo Consigliare di Repubblica Futura, sul respingimento delle due istanze e sulla proposizione di un Ordine del Giorno che la maggioranza ha predisposto ma sul quale si sta lavorando insieme all’opposizione che possa creare le basi per un approfondimento di quei turbinosi e drammatici giorni. Grande rispetto per le sofferenze umane e personali che a quei tempi furono causate.

L’insegnamento da trarre è che ad eventi traumatici come quello di Rovereta o come altri che abbiamo vissuto o vivremo sulla nostra strada devono seguire grandi momenti di riappacificazione.

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