La strategia del mucchio

La strategia del mucchio

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Pubblichiamo, col permesso dell’autore, un’interessante analisi di antonio Fabbri apparsa oggi su L’Informazione, a commento della serata organizzata dalle opposizioni mercoledì scorso.


 

Tutti d’accordo, o quasi, a fare mucchio.

La strategia l’aveva già provata l’Abs, chiamando a raccolta un po’ tutti: dalle forze economiche ai sindacati, oltre alle banche che dell’Abs naturalmente fanno parte. Adesso, quello che non poté Mularoni, che ha passato il testimone a Bossone con la presentazione del progetto Npl, lo fa Giancarlo Venturini.

Lui il consenso lo sa raccogliere, anche se ci sta sgualcito nei panni dell’arruffapopoli. Per quello ha chiamato a rapporto Rete, con Roberto Ciavatta ben lieto, con la faccenda del rischio per “le radici della democrazia”, di andare a raccogliere consensi in casa democristiana dove della democrazia, a dispetto del nome, se ne son sempre un po’ sbattuti.

D’altra parte era così bello quando le decisioni si prendevano nella decima segreteria e la banca sponsorizzava dicasteri, delibere, pure la giornata della libertà di stampa oltre al gruppo sportivo della gendarmeria!

Tanto bello, che ‘sto fastidioso modo di fare, di andare a chiedere di revisionare discussi vertici di banche, risulta intollerabile. Ancor più intollerabile che lo si faccia d’imperio quando, dopo ripetuti inviti, non ci si sia mai premurati di ottemperare. Sarebbe meglio che in Via del Voltone pensassero ai controlli che dovevano fare nel primo trimestre 2016 quando non erano ancora operativi!

Sarebbe meglio che pensassero al memorandum d’intesa! Non ci si vorrà mica dare ad intendere che questa faccenda che non viene firmato ha una qualche peregrina eziologia nel fatto che Banca d’Italia è parte civile in un processo dove è imputata la “banca di sistema”? Impossibile, per una quisquilia simile!

Che poi, sempre Banca d’Italia, sia parte civile pure in un altro processo con un’altra “banca di sistema”, è un dettaglio trascurabile per un memorandum da firmare tra i due Istituti centrali.

Com’è trascurabile quella democrazia che ha sempre imperato in Cassa ed ha visto la cooptazione delle governance, ha visto mettere alla porta qualcuno e qualcun altro no; ha visto prevedere le spese legali e tutele a copertura di qualcuno e di qualcun altro no; ha visto far credito senza garanzie a qualcuno e a qualcun altro no… manco con le garanzie; ha visto far schierare il Cda a favore di qualcuno e di qualcun altro no. Mah, sarà democrazia dell’alternanza: uno si e uno no.

La verità è che, nella sostanza, il feudatario sta perdendo il feudo a beneficio – se di beneficio si potrà ancora parlare – della collettività che ci ha messo i quattrini e con la scusa del deficit di democrazia raduna a sé tutti coloro che si sono sempre prestati ad essere vassalli… o non si sono ancora accorti che lo stanno diventando.
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