Je suis Charlie?

Je suis Charlie?

Comunicati Stampa

Con stupore e incredulità ieri (19 marzo) in occasione della festa del papà abbiamo tratto dalla bacheca virtuale del consigliere Forcellini (movimento RETE) il post che riportiamo di seguito.

Abbiamo ritenuto doverosa una risposta pubblica e non già una digitazione per interposto smartphone, innaturale velo dietro cui, talora anche un po’ vilmente, si malcelano improvvisati opinionisti tuttologi. E che utilizzano le odierne tecnologie come “protesi emotive”.

Proveremo a restare nel campo di un rapporto politico-istituzionale, cercando di non confezionare una “reazione da bigotti”, virgolette ingegneristiche dovute. Del resto lo stesso Forcellini non intende “far riflettere i bigotti”, come scritto dallo stesso su Facebook?

Oggi è di moda scrivere satira religiosa: sentirci tutti “Je suis Charlie” anche se quella di Forcellini non raggiunge nemmeno la dignità di satira, tra l’altro inviata coi pollici opponibili nel salotto-ologramma di Facebook senza rischiare nulla.

In questo momento storico di fondamentalismi religiosi o antireligiosi, forse occorrerebbe massima prudenza a non alimentare il fuoco, neanche un fuocherello locale su Facebook con linguaggio goliardico o peggio con battute da bettola. Il Santo Giuseppe gradisce altri metodi di accensioni di fuochi e oltretutto il 18 marzo sera è già trascorso…

Forcellini certo è libero di avere le sue opinioni, le sue convinzioni, le sue critiche alle religioni, che può esprimere liberamente. Ci mancherebbe.

Ma con due limiti assoluti:

  1. non dimenticare di essere un Soggetto istituzionale quindi con obblighi anche pedagogici verso i cittadini;
  2. rispetto di tutti i credo. Che sono valori democratici protetti dalla carta dei diritti. Non si può, con luoghi comuni ed estreme banalità, ferire la sensibilità delle persone. Anche fossero state poche decine.

Oggi ci si riempie la bocca di tolleranza, di rispetto delle diversità, di multiculturalismo, di dialogo interreligioso e del valore della solidarietà sociale e di civiltà.

Vanno costruiti ponti per il dialogo e non ostacoli. Anche solo quelli verbali possono creare difficoltà. E dimostrano una certa arrogante presunzione di disprezzare convinzioni di altri.

A proposito di ponti: ricordiamo all’Ingegnere Forcellini, che dovrebbe progettare e costruire ponti e viadotti, di non dimenticare che ci sono ponti culturali da progettare ben più solidi e antisismici di quelli fisici. Ci sono via-dotti (etim. condurre verso) che permettono di avvicinare i popoli, passare oltre le intolleranze, le diversità socio-culturali.

Ci permetta un consiglio: affiancare al già effettuato corso di “scienza delle costruzioni, un corso di “scienza delle distruzioni”. Distruzioni di stereotipi, di giudizi affrettati e luoghi comuni.

San Marino, 20 marzo 2017

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