Fabrizio Perotto sul Progetto di Legge per lo Sviluppo

Fabrizio Perotto sul Progetto di Legge per lo Sviluppo

Fabrizio Perotto

Adriano Olivetti sosteneva che il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti tormento, tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva, non giovi ad un nobile scopo.

Il Nostro Paese negli ultimi dieci anni ha avuto innumerevoli problemi economici, molti legati alla mancanza di lavoro, di occupazione per i giovani sammarinesi che si ritrovavano senza una valida scelta occupazionale, usciti da validi percorsi formativi.
Gli anni sopracitati sono stati anticipati da un decennio – che qualcuno definì i micidiali anni 90 – che hanno corrotto non solo le coscienze ma anche il modus operandi di parte dei nostri concittadini.

Molti concittadini pensavano che San Marino potesse essere autosufficiente dagli stati confinanti ed altri ancora che avessimo una potenza politica superiore rispetto alla Repubblica Italiana.
Oltre a ciò, si è scatenata la crisi lavorativa dei disoccupati over cinquanta, che ha messo in ginocchio soprattutto una generazione di lavoratori: quasi tutte donne, con situazioni famigliari precarie.

Le politiche, messe in campo dai governi precedenti, non hanno dato le risposte di cui il sistema aveva bisogno. Il mondo del lavoro non è ripartito, l’occupazione neppure e molti giovani sammarinesi hanno preferito uscire dai nostri confini per trovare una formazione ed occupazione migliore.

La nostra economia degli anni novanta – soprattutto quella finanziaria – è al tramonto ed una nuova nasce a rilento. Il comparto economico sammarinese-a traino di quello italiano – non riesce a riprendersi in maniera totale da una crisi generalizzata.

Le politiche di salvaguardia di questo sistema non hanno dato le risposte necessarie; sono state un salvagente per quelle categorie che hanno potuto utilizzare gli ammortizzatori sociali. Lo Stato è stato più assistenziale che incentivatore di iniziative economiche di spessore.

La coalizione Adesso.sm – già in campagna elettorale – aveva annunciato che in meno di un anno avrebbe predisposto un progetto di legge che permettesse al comparto economico sammarinese di poter ripartire con slancio verso una nuova economia di mercato.
Siamo consci che con una legge – seppur ben scritta – non si possano creare posti di lavoro e benessere – ma certamente si possono gettare le basi affinché gli attori sociali ed economici del Paese possano avere quelle risposte di cui necessitano.
La legge in comma ha molti aspetti interessanti. Cercherò di soffermare le mie riflessioni su alcuni aspetti particolari.

Una delle lacune del nostro sistema concessorio era legato al fatto che spesso gli imprenditori-o per meglio gli approffittattori del sistema-che venivano nel nostro Paese, lo facevano esclusivamente per ottenere dei vantaggi fiscali e contributivi, ed una volta ottenuto il loro tornaconto, lasciavano il Titano con una marea di debiti.

Questo progetto di legge ha lo scopo di creare occupazione, accogliere imprenditori seri e garantire loro e alle rispettive famiglie un inserimento sociale ed economico importante.

Vi è la possibilità di concedere la residenza agli imprenditori che presentino un piano economico importante, che garantisca occupazione sammarinese e residente a tempo indeterminato, che versi una fideiussione bancaria pari a 75 mila euro-come garanzia di acquisto di un immobile-da utilizzare anche come sede operativa della società.
Qualora decadano le premesse che hanno portato all’ottenimento della residenza, quest’ultima verrà revocata d’ufficio dal dirigente dello Stato Civile.

Di importanza significativa è l’articolo che prevede uno studio sulle professionalità. La commissione del lavoro, in accordo con le organizzazioni sociali e l’ufficio competente, sorvegliano l’andamento occupazionale sammarinese, incrociando i dati sull’occupazione.
Vagliano le carenze di personale, osservando le aziende che hanno richiesto l’assunzione di lavoratori non sammarinesi, ed invitano il Centro di Formazione Professionale ad attivare tutti i corsi necessari affinché le carenze di personale vadano ad esaurirsi.

In questo contesto il Cfp svolge un ruolo fondamentale di esecutore materiale di esaurimento della richiesta del personale delle aziende. Lo sviluppo economico del prossimo decennio non può sfuggire dall’avere al proprio fianco l’istituto scolastico/professionale sammarinese.
Il Centro di formazione professionale deve essere l’interlocutore primario delle aziende e degli uffici politici che si occupano della materia. Deve essere un collante decisivo della materia occupazionale.
La mission è l’occupazione sempre o comunque-anche in stagioni depresse-infatti l’articolato favorisce la ricerca del lavoro anche non preferenziale. Si permette al lavoratore iscritto di svolgere mansioni non preferenziali, mantenendo comunque la preferenza in graduatoria per altre tipologie di mansioni che esaudiscono le proprie ambizioni di studio e di vita.

La presente legge elimina la discriminazione degli inoccupati rispetto a coloro che sono lavoratori in mobilità e che godono degli ammortizzatori sociali. In precedenza chi era inoccupato aveva la strada sbarrata da coloro che erano in mobilità. Era purtroppo una guerra tra poveri.

Sono previsti incentivi per coloro che decidano di avviare nuove iniziative imprenditoriali. Non pagheranno la tassa di avvio di attività e nei primi tre anni non dovranno elargire il pagamento della tassa di licenza. San Marino ha una grande opportunità, quella di aprirsi a nuovi mercati internazionali.

San Marino deve essere visto come un territorio accogliente, in cui l’investitore estero sia percepito come un asset importante e non come un predatore. La San Marino costruita negli anni novanta, fatta di un’economia farlocca e presuntuosa non esiste più.

Quell’economia ha corrotto fasce di cittadini e visione strategica; oggi si deve avviare una struttura economica intelligente, oculata ed aperta ai nuovi mercati. Lo stimolo a ricevere investitori va in questa direzione.

“Nella mente dell’apprendista ci sono molte possibilità, in quella dell’esperto poche”: riprendo il pensiero del monaco buddista Suzuky per mettere in evidenza che anche l’apprendistato ha un ruolo fondante nella visione strategica del nuovo mondo del lavoro sammarinese.

Un Paese senza formazione è un Stato vuoto, che non ha futuro.

La nuova classe politica che è chiamata a rappresentare la cittadinanza nelle istituzioni deve tenere a mente che il nostro Paese si salverà esclusivamente formando le nuove generazioni sull’importanza del lavoro e della cultura.

L’articolo 27 illustra perfettamente in che cosa consiste la visione dell’apprendistato.
Per favorire la qualifica professionale richiesta e l’effettuazione di un percorso formativo delle conoscenze tecniche acquisite in ambito di studio, all’impresa ed al lavoratore si concede la possibilità di effettuare percorsi di apprendistato.
E’ consentito ai giovani sammarinesi che terminano il percorso di studio. E’ rivolto anche a coloro che sono inoccupati e disoccupati da almeno tre mesi. Posso essere inseriti in questo status anche i lavoratori che hanno terminato l’ultima mansione da un mese. L’assunzione ha l’obbligo di essere a tempo indeterminato. Il periodo di apprendistato non può durare più di tre anni.

Questo progetto di legge ha lo scopo di ridurre il numero degli inoccupati e disoccupati.

Ha l’ambiziosa finalità di ottemperare la necessità di trovare un lavoro per cui i giovani sammarinesi hanno investito. Ha la volontà di far riprendere il via per un’adeguata economia. Un’economia pulita, sana e di lungo respiro. Ha la presunzione di essere una valida base di partenza per far ripartire il Nostro Paese verso una cultura diversa, da quella del soldo facile, delle transazioni economiche fasulle, di una fake-economy che l’ha fatta da padrona nel nostro paese negli ultimi anni del novecento.
Infine vorrei fare un ringraziamento ed un apprezzamento al lavoro che ha svolto il Segretario di Stato Andrea Zafferani.
Vorrei ringraziarla per il buonsenso nella gestione.
Mi è piaciuto il suo atteggiamento per la celerità con cui ha presentato il progetto di legge e per la determinazione con cui si è battuto in questi mesi, nonostante da molte parti venissero avanti tesi che minavano il percorso.
Qualcuno vorrebbe dipingerla in maniera negativa: è stato invece un buon ascoltatore ed un ottimo mediatore.

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